Grecia. Rinviato l’Eurogruppo, si discute ancora


Bruxelles – Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha comunicato via Twitter di aver sospeso il Summit già in programma per oggi a Bruxelles per trovare un accordo sulla crisi greca. Il presidente, comunque, tiene a precisare che l’Euro Summit dei 19 previsto per le 16.00 ‘continuerà’ finché non sarà trovata una soluzione sulla Grecia.

La comunicazione lascia intendere un clima nervoso a Bruxelles spaccato tra i sostenitori della Grecia, coloro che vorrebbero scongiurarne l’uscita e quanti opterebbero per un’uscita immediata. Il vicepresidente Ue Valdis Dombrovskis ha fatto sapere che difficilmente si arriverà ad un accordo in poche ore ed è stata la prima dichiarazione della mattinata. L’Eurogruppo è in stallo.

Nel frattempo le agenzie di stampa riportano le trattative a singhiozzo tra Ue e Grecia. Secondo la sintesi di Agi.it, l’Eurogruppo di venerdì si è chiuso in un nulla di fatto dopo 9 ore di negoziato ininterrotto non seguito da alcuna dichiarazione comune, senza intese né ufficiose né ufficiali, ma solo con un elenco di riforme che i Membri hanno messo sul tavolo e a cui la Grecia dovrà attenersi, iniziando l’iter di approvazione già da lunedì. Un atto di buona volontà al fine di resuscitare la fiducia dei paesi del Nord, a partire da Germania e Finlandia, nella Grecia che spera in una nuova trance di aiuti nonché un nuovo programma di salvataggio europeo.

GREXIT O NON GREXIT – Sicché il piano di riforme presentato da Tsipras solo poche ore fa e che, a dire di molti, è parso più severo di quello che prima del referendum ellenico Grecia e Ue erano sul punto di siglare, sembra convincere poco. La Germania vuole qualcosa di più ovvero maggiori garanzie sull’effettiva intenzione ellenica di mettere in pratica quegli aumenti fiscali e tagli per il recupero greco. Misure drastiche che, nel piano Tsipras, sono relegate in fondo al piano di riforme triennale. Troppo tempo a giudizio dell’Europa del Nord per attuare ‘azioni prioritarie’ come l’aumento dell’Iva, l’eliminazione delle baby pensioni, le privatizzazioni.

La Germania richiede inoltre l’apertura di un fondo di garanzia di 50 miliardi, grossomodo quanto i correnti greci negli ultimi giorni, poco prima del referendum, hanno incassato chiudendo conti o facendo ‘espatriare’ i denari per il timore di rimanere senza contanti. A tanto ammonterebbero la ricchezza liquida a cui i greci stanno attingendo in attesa che qualcosa accada.

Non solo. Fa discutere la proposta del tedesco Wolfgang Schaeuble di estromettere la Grecia per un lustro nel quale il paese dovrebbe arrangiarsi e riformarsi  per poi tornare in Ue con una nuova veste. Una dichiarazione rilasciata al Frankfurter Allgemeine alla quale si è unita la posizione della Finlandia: se la Grecia venisse soccorsa alle sue condizioni, potrebbe andarsene.

Bruxelles tenta di conciliare le opposizioni e ha rassicurato sul fatto che una Grexit temporanea non è stata presa in considerazione.

Chantal Cresta

 

 

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