Grave terremoto in Myanmar, decine di vittime e danni ai monumenti

Sisma

L'intensità del sisma nella mappa elaborata dallo Usgs

Shwebo (Myanmar) – A una settimana dalla storica visita del neo-rieletto presidente Barack Obama, il Myanmar centrale deve fare i conti con i gravi effetti di un sisma di magnitudo 6.8 che ha colpito una zona centrale del paese, 52 km a nord-est di Shwebo, una città distante alcune centinaia di chilometri dalla nuova capitale Naypyidaw.

Secondo i rilievi dello United States Geological Survey – il corrispettivo statunitense del nostro Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – che nella valutazione dei danni provocati da un sisma utilizza un particolare sistema definito “Pager”, il sisma potrebbe aver provocato dalle 10 alle 100 vittime, e danni economici quantificabili in diverse decine di milioni di dollari Usa.

Gli organi di informazione locali, fortemente controllati dal regime, che da poco ha avviato una difficile transizione verso la democrazia, parlano ufficialmente di dodici morti, e numerosi danni a edifici pubblici e privati, oltre ai crolli di diverse infrastrutture, tra le quali un ponte non ancora completato proprio nei pressi di Shwebo. Nelle zone che hanno subito danni, da lievi a molto forti (fino all’ottavo grado della scala Mercalli modificata, che tiene conto del rapporto tra magnitudo e danni, calcolati questi ultimi secondo il modello Mercalli standard), vivono all’incirca sette milioni di persone, che costituiscono poco più del 10% della popolazione, stimata intorno ai 60 milioni di abitanti.

Il sisma è avvenuto alle ore 01:12 ora di Greenwich, le 02:12 in Italia, e ha avuto un ipocentro (il luogo in profondità dal quale si scatena l’onda sismica, e che trova nell’epicentro il suo riflesso superficiale) a 9,8 km. Dopo diciassette minuti, una nuova scossa di magnitudo 5,0 è stata registrata a breve distanza, a profondità leggermente maggiore (10,1 km), e dopo tre minuti un movimento tellurico con le stesse caratteristiche è stato registrato nelle immediate vicinanze del secondo evento.

Allo stato attuale delle cose, destano particolare preoccupazione le notizie sui danni ai monumenti storici. Il Myanmar, con tutte le limitazioni operate dalla censura, è da molti anni una meta turistica privilegiata per chiunque voglia visitare i luoghi sacri della religione buddista, in particolare la pagoda di Shwedagon, simbolo dell’ex capitale Rangoon, e la sua esatta replica costruita a Naypyidaw, per celebrare l’elevazione della città a capitale della Birmania.

Stefano Maria Meconi

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