Governo Monti, in arrivo il nuovo piano per le pensioni

Susanna Camusso (vivifiano.com)

Susanna Camusso (vivifiano.com)

La riforma del sistema pensionistico, uno dei provvedimenti più attesi tra quelli che saranno presi dal nuovo governo Monti per rilanciare la dissestata economia italiana, è quasi pronta. Il neoministro del Lavoro Elsa Fornero ha infatti annunciato ieri a Bruxelles che, già nella giornata di lunedì, il Consiglio dei Ministri  potrebbe varare un nuovo pacchetto di misure in materia previdenziale.

Ancora in via di definizione i dettagli ma, stando alle parole della Fornero, i capisaldi della riforma saranno 2: reddito minimo garantito e estensione del sistema contributivo pro-rata a quanti ancora non lo applicano. Resteranno ancora escluse le sole casse dei professionisti, anche se, con estrema probabilità, il governo insisterà comunque per l’adeguamento alla nuova modalità. Del resto,  la Fornero non ha fatto mistero di voler tenere fede a quel principio di equità nel nome del quale il nuovo esecutivo ha dichiarato di voler agire sin dal suo insediamento.

Per gli autonomi è inoltre previsto un aumento delle aliquote di un paio di punti percentuali. Verosimilmente, il ritocco verso l’alto andrà ad interessare quei lavoratori che, attualmente, attestano i loro contributi intorno al 20-21%.

Tema decisamente più caldo il possibile superamento delle pensioni di anzianità. Nonostante la ferma opposizione sia dei sindacati sia di alcune forze politiche – tra cui parte del Pd – l’ipotesi verso cui la Fornero pare propendere maggiormente è quella di un’unica soglia di età contributiva, fissata intorno ai 41/43 anni di versamenti. Dopo i 63 anni di età, la pensione sarà in realtà concessa anche a quanti non l’avranno raggiunta, ma con penalizzazioni.

Ed è proprio questo possibile innalzamento della soglia minima di contributiva, che non andrà a tener di fatto conto dell’età anagrafica del lavoratore, ad aver suscitato le maggiori perplessità delle parti sociali. Secondo la Camusso, leader della Cgil, l’attuale soglia dei 40 anni rappresenta un “numero magico” da non mettere in discussione; impensabile dunque per i sindacati pensare di arrivare addirittura a 43.

Più aperta al confronto, invece, la Cisl di Bonanni, che allontana l’ipotesi di scioperi generali in attesa del confronto serrato previsto per domenica. La convocazione delle parti sociali è stata fissata dallo stesso monti per questo week-end ma, considerati i tempi strettissimi, non  è da escludere che non si arrivi ad un accordo e che, di conseguenza, questa riforma risulti a molti indigesta.

Redazione 

Foto homepage via: quotidiano piemontese.it

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