
Governo. Clima rovente: Napolitano invita alla calma e tutti si insultano
Roma – A voglia il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ad invitare con appelli diffusi via Tg2 all’‹‹orgoglio›› e alla ‹‹fiducia dell’unità necessaria››, scongiurando di ‹‹non perdere lo spirito costruttivo e il senso di responsabilità››. Dall’elezione di ieri dei neo presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, l’unica parola che aleggia in ogni pertugio politico e para-politico è “impresentabile” all’indirizzo dell’avversario-nemico.
Se l’insulto non è ancora libero come il rutto fantozziano, poco manca. Intanto tutti paiono impazziti, occupati come sono a dimostrare di essere poco presentabili nel momento in cui si fa a gara a insozzare il decoro altrui.
Parte Lucia Annunziata, celebre giornalista radical e molto chic nonché direttore dell’Huffigton Post Italia, che dall’alto della sua superiorità morale sinistra dà dell’‹‹impresentabile›› al segretario Angelino Alfano e a tutto il Pdl durante la puntata di Mezz’ora (Rai3) di cui è conduttrice. La si chiami informazione obbiettiva e pazienza se poi la signora militante offende 10 milioni di italiani che al voto per il centrodestra non vogliono rinunciare, fosse solo perché l’alternativa rimangono sempre beceri e ottusi rossi incattiviti da 20 anni di sconfitte anche quando sono vittorie.
Continua la carrellata il leader emerito Pdl, Silvio Berlusconi, che all’indirizzo del Movimento grillino non ha peli sulla lingua: ‹‹E’ una setta che mi ricorda molto Scientology e che non dovrebbe nemmeno essere ammessa nell’ambito dei partiti democratici››. Bella dichiarazione distensiva per uno che poco prima notava la situazione molto grave in cui si trova il Paese.
E comunque sbaglia, perché Scientology è organo strutturato e inavvicinabile davvero. Gli stellati, invece, non sanno quel che fanno ma in compenso lo fanno benissimo. Senza contare che per loro l’insulto, amplificato dalla giungla del Web, è tratto distintivo. Comincia il capogruppo M5s Vito Crimi, cinguettando su Twitter a proposito dei 12 voti che i senatori 5 stelle hanno concesso al candidato Pd, contravvenendo alle indicazioni della ditta Grillo-Casaleggio. Secondo Crimi la scelta di presidenza era tra Schifani e Grasso, mafioso il primo, pm antimafia il secondo; di centrodestra il primo, di centrosinistra il secondo. E con questo Crimi ha detto tutto, scordandosi però di aggiungere: a) che le accuse di procura non sono sentenze di terzo grado; b) la scelta al Senato riguardava anche il loro candidato M5s, Luis Alberto Orellana; c) mai si è vista forza politica votarsi contro senza ragione, senza accordo e senza linea di qualsivoglia tipo.
Sicché l’unico di cui al momento si comprende il livore è Beppe Grillo che dal suo blog strilla contro i ‹‹traditori›› chiedendone le dimissioni nel mentre che il popolo della Rete si divide ingiuriando lui, i senatori o oltraggiandosi a vicenda. Senza contare che il blog dedica spazio anche all’invettiva dell’Annunziata contro Alfano: questa volta l’impresentabile è lei.
Tutto questo è pazzesco. Qui si è andati ben oltre il clima incarognito abituale. Sembra di essere ad un passo dalla rivolta civile nel momento in cui l’Italia si divide in bande: tutti contro tutti e si salvi chi può, se può.
Sarà per seguire la logica che Pier Luigi Bersani – lui sì, davvero improponibile – invece di rassicurare Napolitano, tace e gigiona a fare lo statista, auto-convincendosi di aver incassato un successo con l’elezione degli outsider Boldrini e Grasso. Il tutto facendo finta di non ricordare un dettaglio per nulla indifferente: i candidati originari alle Camere, espressione della nomeklatura bersaniano-d’alemiana, erano Dario Franceschini e Anna Finocchiaro. Quelli che i grillini tutti non volevano, che invece avrebbero agevolato la creazione di un Governo più stabile con Scelta Civica, Pdl e Pd e che Bersani si è sbrigato a liquidare per volti più graditi ai “cittadini”, affrancando su tutto il prossimo Esecutivo di centrosinistra i capricci di un manipolo di ragazzini allo sbaraglio.
Il futuro, da domani, è in grembo a Giove. I giochi più importanti si faranno per la definizione di Governo, la nomina del presidente del Consiglio e della Repubblica. I numeri scarseggiano, i grillini tra Camera e Senato sono sotto il tiro incrociato di elettori e di Grillo, il Pdl sotto quello di procure e processi, il Pd sotto il fuoco amico degli avversari interni che dei rattoppi di Bersani non vogliono più saperne, come magari non vedono l’ora di liberarsi di lui una volta per tutte. Se Governo sarà, forse durerà lo spazio di un mattino. Il tempo di una legge elettorale. Forse anche quel tanto che occorre per liberare un po’di quattrini da immettere nell’economia reale, prima che si affondi. Ma comunque lo spettacolo rimane impresentabile.
Chantal Cresta
Foto || repubblica.it; blogdem.it