
Google presenta AMP: notizie più veloci sullo smartphone
Google presenta il progetto AMP, Accelerated Mobile Pages (pagine mobili accelerate), un nuovo modo per rendere più versatile e veloce il caricamento dei contenuti web sullo smartphone.
CONTENUTI RAPIDI - Uno degli elementi fondamentali del giornalismo 2.0 è la rapidità di risposta dei propri contenuti web. Spesso la lentezza di caricamento di una notizia sullo smartphone comporta per l’editore la perdita di un lettore che, spazientito o impossibilitato alla lettura, predilige un’alternativa più rapida e facilmente fruibile.
Per ovviare a questo problema, comune al nuovo mondo dell’editoria, Google ha creato AMP, un progetto innovativo che mira a velocizzare i caricamenti dei contenuti web, migliorandone le prestazioni e garantendo un servizio utile a editori e lettori.
AMP garantisce una prestazione migliore nell’apertura di contenuti definiti “pesanti” come video o grafiche complesse, e si serve di un linguaggio univoco, utilizzabile su smatphone e tablet. Il progetto si basa sul linguaggio AMP HTML, un framework che, utilizzando tecnologie preesistenti, consente ai siti web di costruire contenuti e pagine più leggere.
DEVELOPER PREVIEW - All’iniziativa hanno preso parte trenta editori di tutto il mondo, tra cui The New York Times, The Guardian e il quotidiano italiano La Stampa. In realtà il progetto è usufruibile da chiunque, poiché il codice sorgente è disponibile in qualità di demo su GitHub.
Il servizio è stato annunciato in una duplice conferenza stampa tenutasi, in contemporanea a New York, cui ha presenziato in rappresentanza dell’Italia il direttore de La Stampa Mario Calabresi, e a Londra.
AMP non è ancora un prodotto ufficiale ma una developer preview: diventerà tale durante la presentazione del 2016. Attualmente Google è ancora al lavoro per migliorare il prodotto, valutando la possibilità di aprire il protocollo anche ai siti web con contenuti riservati agli abbonati o a pagamento, e a differenti formati narrativi, come le animazioni. Inoltre, ogni sito web potrà scegliere liberamente il proprio network pubblicitario e i ricavi saranno assegnati agli editori.
Alessia Telesca
foto: wired.it