
Golden Globe. Vincono i film a sfondo politico da Ben Affleck a Tarantino
Los Angeles – Sorprese e commenti sulla serata di premiazione dei Golden Globe, cerimonia che ha avuto luogo al Beverly Hills Hotel e che da sempre precede la serata la serata degli Oscar (il prossimo 24 febbraio). Francesca Scorcucchi, inviata ansa.it, racconta di una serata con qualche colpo di scena ma nel complesso deludente, a partire dalla mancata vittoria del superfavorito, Lincoln, di Steven Spielberg. Il film è stato scalzato da Argo, di Ben Affleck, una spy story biografica ambientata ai giorni della rivoluzione khomeinista in Iran. La storia vera ricostruisce l’operazione dei servizi segreti americani per liberare alcuni connazionali rifugiati nell’ambasciata canadese a Teheran. Motore della trama: la realizzazione di un finto film.
A Lincoln è stato riconosciuto comunque il premio di miglior attore drammatico. Merito dell’interpretazione di Daniel Day Lewis, perfetto nei panni del presidente che abolì la schiavitù mentre l’altro colpo di scena è arrivato con l’apparizione di Bill Clinton. L’ex presidente degli Stati Uniti d’America ha presentato il film con una standing ovation. Lincoln, ha detto Clinton è stato ‹‹un uomo capace di salvare l’Unione e abolire la schiavitù››.
E’ andato ad Anne Hathaway, Fantine in Les Miserables, il premio di miglior attrice drammatica. Il film, tratto dalla celebre opera di Victor Hugo, prende forma dal musical andato in scena a Broadway.
Vince anche Quentin Tarantino con Django Unchained, il film ambientato ai tempi dello schiavismo. Christoph Waltz si aggiudica il premio come migliore attore non protagonista e Tarantino incassa anche il premio per la migliore sceneggiatura originale.
Ancora un Golden Globe alle trame politiche va a Zero Dark Thirty, il film di Kathryn Bigelow sulla cattura e uccisione di Osama Bin Laden. Jessica Chastain, la protagonista, ha vinto nella categoria migliore attrice drammatica insieme a Jennifer Lawrence per Il lato positivo.
Anche l’Europa vince con il regista austriaco Michael Haneke, Golden per il miglior film straniero con il suo Amour, amore e morte fra due anziani coniugi mentre va alla cantante Adele la migliore canzone originale con Skyfall, colonna sonora dell’ultimo film di James Bond.
Nel complesso, deludente la conduzione della serata. I 93 giornalisti dell’Hollywood Foreign Press Association hanno voluto sostituire il brillante Ricky Gervais, inviso a molti degli organizzatori dell’evento in ragione di battute e commenti troppo ironici. Meglio le comiche di Tina Fey e Amy Poehler le quali, tuttavia, sono apparse spente e poco efficaci. Ritmo troppo lento e troppe le chiacchiere concesse alle star, come a Jodie Foster. L’attrice dopo aver ricevuto il premio alla carriera pare essersi persa in un discorso fiume sul bisogno di privacy e uno scherzoso possibile ripensamento sulla sua omosessualità. L’artista si è dichiarata single.
Chantal Cresta
Foto || ansa.it