Gli amanti passeggeri: una commedia ad alta quota – Recensione
Locandina del film "Gli amanti passeggeri" (stanzedicinema.com)
Il cineasta Pedro Almodόvar, nel suo ultimo film Gli amanti passeggeri, fa un salto nel passato, avvicinandosi alla commedia tipica dei suoi lungometraggi anni ottanta come Donne sull’orlo di una crisi di nervi, stupendo e rinnovandosi. L’aereo 2549 della compagnia Peninsula, a causa di un guasto al carrello, non può proseguire il suo volo verso il Messico. I piloti Alex (Antonio de la Torre) e Benito (Hugo Silva) decidono di girare sopra il cielo di Toledo in attesa di una pista di atterraggio libera. Nell’aereo i viaggiatori della classe turistica sono stati narcotizzati e con loro tutte le hostess. Gli unici a sospettare della possibile caduta del velivolo sono i bizzarri viaggiatori della classe business e gli stravaganti stewards.
Per mantenere la calma vengono serviti Agua de Valencia, bevanda tipicamente anni ottanta e drink di droga e alcool che mandano su di giri i viaggiatori che si daranno alla pazza gioia con performance sessuali, promiscuità, racconti privati e quant’altro, gesti di certo poco consoni alla situazione drammatica. Il regista, con questo film, ha voluto rappresentare la Spagna e l’attuale periodo storico che sta vivendo, un momento di grande crisi mondiale che sta penalizzando di più alcuni paesi rispetto ad altri. L’idea dell’aereo che gira in attesa di una pista sulla quale approdare è una metafora geniale per evidenziare l’indolenza di coloro che sono ai vertici nel voler trovare una soluzione, almeno provvisoria, procrastinando la svolta storica.
Chi è in classe turistica dorme, sinonimo del popolo anestetizzato appositamente per non creare sommosse e ribellioni. Gli unici vigili sono i passeggeri della classe business, i quali non sembrano incarnare degli esempi di rettitudine: Nora (Cecilia Roth) è la regina del bondage, la sensitiva Bruna (Lola Dueñas) cerca di perdere la verginità con chiunque sia ben disposto, il signor Mas (José Luis Torrijo) è il responsabile della bancarotta di un edifico di credito spagnolo e Infante (José María Yazpik) è un killer. Ad un passo dalla morte non c’è più nulla da perdere e così i tre assistenti di volo (Carlos Areces, Javier Cámara e Raúl Arévalo) mettono da parte ogni freno inibitore gettandosi in coreografie molto “gay” al ritmo di I’m so excited.
Un fotogramma dal film "Gli amanti passeggeri" (vivimilano.corriere.it)
Tutto assume una piega nettamente amorale, non ci sono più pudore e freni inibitori e l’eccesso dilaga. Eppure nessuno sembra scandalizzarsi anche se il tutto cade nell’assurdo. Almodόvar vuole portare a riflettere sulla vita ed il suo aspetto giocoso che come fine ultimo ha la sopravvivenza; e allora, se il destino ci accomuna tutti, perché lasciarsi scandalizzare dalle ostentazioni esasperate e non far in modo che tutto sia più leggero e frizzante? Purtroppo la commedia manca di battute comiche, ha un ritmo poco serrato e i personaggi sono fin troppo sopra le righe: un’ ironia forzata che non dà apporti positivi alla pellicola.
Una curiosità: il piccolo cameo iniziale di Penelope Crùz e Antonio Banderas, i due attori prediletti dal regista, è una storia a se stante, che cammina su un binario parallelo alla trama del film e che sembra essere il prequel per un prossimo film del grande maestro.
(Foto: stanzedicinema.com / vivimilano.corriere.it / tempi.it)
Giulia Orsi
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