Giulio Tremonti stretto nella morsa del fuoco amico

ROMA – Tenere i conti in ordine, in una situazione di crisi, non è cosa facile. Lo è ancor meno se un giorno si, e l’altro pure, ti piovono addosso le critiche di chi sta, come te, al governo. E non è storia recente. Già all’inizio della legislatura lo stesso Berlusconi dovette fare i conti con la prudenza economica di Tremonti, che non digerì neanche l’eliminazione dell’ici. Ne scaturì una mini-crisi, che il premier fu bravo a far rientrare senza troppe scenate.

Altra storia, invece, è l’attacco del ministro per i Beni culturali, Giancarlo Galan. Le sue parole per il ministro dell’Economia sono state chiare e fanno pensare ad una crisi profonda all’interno del partito: «Di questo spettro – ha tetto Galan – che si aggira sul governo (Tremonti) non se ne può più. Io non parlo con Tremonti, io parlo con l’esecutivo nella sua collegialità visto che le decisioni dovrebbero essere collegiali così come responsabilità, meriti e demeriti». Ma la critica dell’ex governatore del Veneto è rivolta anche ad altre figure di spicco del Pdl. Come Ignazio La Russa e Fabrizio Cicchitto, bollati come «politici di professione».

Giancarlo Galan, ministro per i Beni culturali

La critica, però, non si ferma qui. Secondo il ministro per i Beni culturali, Tremonti dovrebbe avere «il coraggio di esporsi, di decidere» riportando l’attenzione sul taglio delle province, che fu uno dei temi principali in campagna elettorale. Gli da ragione l’ex ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, secondo il quale l’eliminazione delle province «farebbe risparmiare almeno due miliardi». Ma l’uscita di Galan non è uno sfogo isolato. Altri 8 ministri avevano sollevato lo stesso problema nei giorni scorsi.

L’opposizione cavalca la crisi ed è pronta a dare la sferzata finale. «Questo scontro è la punta di un iceberg della rissosità interna alla maggioranza e al governo» ha detto Pier Ferdinando Casini. Mentre Berlusconi veste i panni del pompiere e spegne ogni fiammella ancora accesa. Dopo due ore di colloquio tra il premier e Tremonti la presidenza del Consiglio ha reso noto che «l’incidente è chiuso».

In realtà si tratta di una tregua armata per far passare le elezioni amministrative. I nodi torneranno al pettine quando i ministri esigeranno dei fondi. Nonostante le parole di Berlusconi: «Non c’è tensione, assolutamente», l’aria in Consiglio dei ministri è molto pesante.

Nicola Gilardi

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