
Germania apre alla Grecia: si alle riparazioni di guerra
Bruxelles – La Germania apre a qualche forma di riparazione per i danni causati in Grecia durante lo sterminio nazista. Questo è quanto emerge da una lunga intervista rilasciata da Joachim Gauck, presidente tedesco, al quotidiano Sueddeutsche Zeitung. La presa di responsabilità del governo di Angela Merkel nei confronti di Atene pare chiara: «Noi siamo i discendenti di coloro che durante la seconda guerra mondiale – sostiene Gauck – hanno lasciato dietro di loro una scia di distruzione, fra l’altro in Grecia».
RIPARAZIONI – Spiega ancora Gauck, noto per il passato di dissidente nella Germania est: «E’ giusto che un Paese così cosciente della storia come il nostro, valuti quali possibilità di riparazione ci potranno essere» anche se poi aggiunge «io rifiuto l’idea di pagamenti di danni di guerra. Però seguo con interesse la discussione su diverse proposte avanzate per rispondere al bisogno di una compensazione e di gesti morali e di risarcimento, un bisogno sentito da molti greci… mi auguro anche che il governo greco faccia una politica di impegni più concreta».
Secondo una stima approssimativa calcolata dal governo di Alexis Tsipras, i danni ammonterebbero a 279 miliardi di euro. Una contropartita avanzata dagli ellenici in occasione delle scadenze di restituzione del debito contratto con Ue e Fmi per evitare il default e subito rigettata dagli interessati che ora paiono più propensi al dialogo.
LA GERMANIA DAVANTI ALLA RUSSIA – Sicché l’apertura della Germania va interpretata come una vittoria da parte di Atene che si aggiunge a un’altra conquista fino a pochi giorni fa per nulla scontata: la certezza per la Grecia di non essere esclusa dal progetto europeo come si paventava e come il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Junker ha smentito sostenendo che il default greco «non ci sarà», anche se la posizione in zona Ue non sarà per gentile concessione ma la dimostrazione dell’impegno ellenico. Niente sconti, dunque.
Solo che l’ammorbidimento per questioni storicamente e mediaticamente delicate per i teutonici non può essere sottovalutato. Tanto più che il governo federale di Angela Merkel aveva già definito le riparazioni di guerra faccenda «moralmente e politicamente chiusa».
Impossibile così non ricordare l’incontro tra Tsipras e Valdimir Putin per discutere di eventuali accordi geo-politici secondo i quali – queste le indiscrezioni – la Russia avrebbe garantito alla Grecia un generoso anticipo sul gasdotto della Gazprom in cambio di sostegno in sede Ue in caso di nuove sanzioni contro Mosca sulla questione ucraina.
La Ue e in primis la Germania avevano dimostrato di non credere al patto messo sul tavolo dalle due parti. Patto, tuttavia, meno innocuo di quanto apparisse e con trattative più avanzate di quanto Bruxelles non volesse ammettere giacché lo scorso 20 aprile è stato lo stesso portavoce della Gazprom, Sergey Kuprianov, a confermare in agenda un incontro tra l’ad Aleksey Miller e Tsipras. Secondo l’agenzia Bloomberg, inoltre, lo stesso giorno era in programma anche un incontro tra Miller e il ministro dell’energia greco Panagiotis Lafazanis.
IL GASDOTTO RUSSO IN EUROPA – L’attivisto di Atene sul piano contrattuale, racconta il Velino.it riportando indiscrezioni dello Spiegel, avrebbe portato alla firma di un accordo bilaterale tra Russia e Atene già sabato scorso laddove alla Grecia si garantivano 5 miliardi di euro come anticipo per la costruzione del tratto di gasdotto Turkish Stream in zona ellenica.
Certo è che un patto geo-politico Russia-Atene avrebbe la potenza di ciclone in area Ue poiché sarebbe capace di spostare l’asse europeo verso est incrinando l’Unione e indebolendo la super potenza tedesca sottraendole la posizione privilegiata di principale dialogante europeo con la Russia. Un capitombolo per la Germania che ora, nei confronti della Grecia, pare più accomodante.
Chantal Cresta