
Gasparri: ‘Con Berlusconi interdetto, ci dimettiamo’

Maurizio Gasparri propone le dimissioni dei parlamentari Pdl in caso di interdizione a Berlusconi (cadoinpiedi.it)
Roma – L’attesa per la decisione della Corte Costituzionale sul “legittimo impedimento” riguardante Silvio Berlusconi si colora nuovamente di forti tensioni politiche. È stato Maurizio Gasparri a riaprire la guerriglia contro i giudici e la magistratura, trasmettendo un proclama che appare una minaccia non troppo velata: «se la condanna sarà confermata, ci dimetteremo tutti», riferendosi a deputati e senatori del Pdl. Un forte gesto di protesta, a difesa del dominus del partito.
Preparativi – L’attesa nel team del Cavaliere deve essere snervante. Lo testimoniano le dichiarazioni di Gasparri, fedelissimo di Arcore, che non esita a spiegare la situazione dal suo punto di vista ai giornalisti.
«Mi auguro che ci sia buonsenso e che si prenda atto della verità – ha dichiarato Gasparri in radio – il legittimo impedimento c’era».
Il parlamentare pidiellino ha poi proseguito: «è un periodo che vede vari pronunciamenti in attesa e se ci fosse un sistematico massacro giudiziario nei confronti di Berlusconi è impensabile che il Pdl possa assistere inerte al tentativo di una sua espulsione dalla vita democratica del Paese – sono le parole pesanti di Gasparri, che poi rincara – Qualora ci fosse un epilogo negativo e, per noi di inaccettabile valore politico, avremmo tutto il diritto di assumere iniziative come, in ipotesi, le dimissioni di tutti i parlamentari Pdl».
Contraltare – Se Sandro Bondi si è affrettato a confermare il “teorema Gasparri”, sostenendo che, in caso di «pregiudizio e continuo accanimento politico» contro Berlusconi, la situazione e le «ragioni morali» imporrebbero «di testimoniarlo in ogni modo possibile, anche con le dimissioni da parlamentare».
D’altro avviso è Giancarlo Galan, che non accoglie l’ipotesi di Gasparri: «Non mi dimetterei – dice Galan – Credo che Gasparri non esprima il sentimento comune e non dica quello che, ad esempio, io penso e cioè che, anche se si fa fatica, le vicende giudiziarie sono qualcosa di diverso».
Consulta – La decisione oggi attesa dalla Corte Costituzionale riguarda il processo Mediaset e, in particolare, un’udienza del marzo 2010, quando all’allora presidente del Consiglio dei ministri Berlusconi fu rifiutato il legittimo impedimento, richiesto proprio per una riunione di governo. In tale processo, Berlusconi ne è uscito con una condanna a 4 anni di reclusione e 5 di interdizione ai pubblici uffici, confermata in appello; se la Consulta accogliesse questo ricorso, però, il processo dovrebbe ripartire dal 2010, con la prescrizione garantita. In caso contrario, l’ultima partita sarebbe di fronte alla Cassazione, che si esprimerebbe tra una decina di mesi circa.
Gasparri mostra scetticismo sulla giornata di oggi: «sulla Corte Costituzionale incrocio le dita perché se vedessi i numeri, le appartenenze e gli orientamenti dovrei essere pessimista». La decisione è attesa nel pomeriggio.
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio