
Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani è presidente

Debora Serracchiani è la seconda donna governatrice in Italia, insieme alla Marini in Umbria, e la prima in Friuli
Trieste – Un voto funestato dall’affluenza scarsissima (al 50,49% degli aventi diritto al voto), e che fino all’ultimo è stato indeciso, ma alla fine dalle urne del Friuli Venezia Giulia è uscita vincitrice Debora Serracchiani, l’ex giovane fenomeno del Partito Democratico, che ha smosso il suo partito e lo ha condotto alla vittoria in uno dei feudi del Popolo della Libertà.
Vittoria raggiunta, a onor del vero, con uno scarto di appena duemila voti (39,39% contro il 39% netto) sul governatore uscente Tondo, espressione di PdL-Lega, che non ha comunque mancato di riconoscere la vittoria dell’avversaria e con questa congratularsi per il risultato raggiunto.
Esce nettamente sconfitto, e ridimensionato nelle ambizioni di governo, il MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo, con il candidato alla presidenza Saverio Galluccio che si ferma intorno al 19% delle preferenze, ben otto punti in meno rispetto al dato delle politiche del 24 e 25 febbraio scorsi, segno evidente dello scoppio della bolla elettorale intorno a Grillo che, nonostante abbia battuto molte piazze del Friuli in questa breve campagna elettorale, non ha ottenuto i risultati che si aspettava.
Serracchiani, 40 anni, è nata a Roma ma vive da anni a Udine dove esercita l’avvocatura. Ieri, a margine della conclusione dello spoglio, ha lanciato un segnale alla direzione nazionale del partito, invitando a non cedere alla tentazione disfattista, ma soprattutto rivendicando il suo ruolo di donna in politica: «Abbiamo messo un primo paletto, lo dico soprattutto alle donne. Siamo diventati una bestia rara: un centrosinistra che vince non si è mai visto».
Una donna, giovane, vicina al sindaco di Firenze Matteo Renzi, con idee da rottamatrice: è questo il profilo del partito che, mettendo i bastoni tra le ruote ai grandi dinosauri come Marini e Prodi, vuole “distruggere” la vecchia nomenklatura e aprire una fase nuova per il centrosinistra italiano. Chissà che questa importante e strategica vittoria non sia l’inizio della rivoluzione a targa Pd.
Stefano Maria Meconi
@_iStef91