Formula 1, trent’anni fa moriva Gilles Villeneuve

Gilles Villeneuve è morto l'8 maggio 1982 a Zolder

Milano – Uno dice 8 maggio è si pensa subito a Gilles Villeneuve. Trent’anni son passati e tanto è trascorso da quella fatale data che è rimasta impressa nella mente degli appassionati di Formula 1. Gilles rimane una delle leggende della classe regina del Motorsport che morì all’età di 32 anni con alle spalle un palmarès che non vede in bacheca titoli iridati. Nonostante ciò l’Aviatore, come veniva soprannominato, continua a essere uno dei piloti maggiormente amati dai tifosi di ogni nazionalità ed età.

Dalle formule minori all’arrivo in Formula 1
La vita di Joseph Gilles Henri Villeneuve inizia in un freddo 18 gennaio del 1950, alle sei del mattino, a Saint Jean Sur Richelieu, nel Quebec. Se fin dalla più giovane età mostra la sua grande passione per i motori e per la meccanica, Gilles insieme al fratello Jacques si cimenta nelle gare di motoslitta. A 17 anni disputa la sua prima gara e nel 1971 diventa campione del Quebec: ma per esordire in Formula Ford al volante di una Magnum servono soldi e per reperire i fondi necessari Gilles decide di vendere la sua piccola casa, che già all’epoca condivideva con la moglie Johanna. Dopo il successo del 1973, il canadese passa alla Formula Atlantic che rappresenta la massima categoria di monoposto in Canada, vincendo nel 1976 il titolo canadese mentre nel 1977 partecipa nuovamente al campionato e stacca un biglietto da visita per il Gran Premio Trois Rivieres, importante appuntamento automobilistico del Quebec in cui Gilles, autore di pole position e vittoria, ha la possibilità di mettersi in mostra con gli importanti nomi della Formula 1.
La storia non è finita per il canadese volante, anzi è appena cominciata. Villeneuve viene portato in Formula 1 dalla McLaren a seguito del suo successo in Formula Atlantic. Quella stessa estate viene messo sotto contratto da Enzo Ferrari che gli fa firmare un contratto vestendosi così di rosso ancora prima della fine di quella stagione, per gli ultimi due Gran Premi, dopo che Lauda decise di abbandonare il Cavallino Rampante anzitempo dopo aver conquistato il titolo.

1978-1982: la febbre Villeneuve
La prima al volante di una Ferrari per Villeneuve avviene in occasione del GP del Canada della stagione 1977 per concludere quell’annata in Giappone. Al Fuji inizia l’era dell’Aviatore, soprannominato così per il suo essere genio e sregolatezza allo stesso tempo, qualità che lo coinvolgono spesso in incidenti spettacolari come ad esempio proprio in Giappone quell’anno quando, in un incidente con la Tyrrel a sei ruote di Ronnie Peterson, Villeneuve letteralmente plana con la sua Ferrari andando a uccidere due spettatori, presenti in una zona vietata della pista.
La prima vera stagione in Formula 1 del canadese prende il via nel 1978, in coppia con Reutemann e i primi successi non tardano ad arrivare: le prime vittorie videro la luce nel 1979 quando Gilles arrivò secondo in campionato, distanziato di soli quattro punti dal compagno di box Jody Scheckter, campione del mondo a bordo della 312 T4. Di quella spettacolare annata rimane nell’albo dei ricordi destinati a non ingiallire il duello Arnoux-Villeneuve al GP di Francia. Renault contro Ferrari atto primo, due monoposto e due piloti che a Digione diedero spettacolo a colpi di ruotate, frenate fumanti e manovre spericolate, tanto da far crescere quella che ancora oggi viene chiamata la Febbre Villeneuve.

La monoposto utilizzata dalla casa di Maranello nel 1980 e che porta il nome di 312 T5, è un’evoluzione della T4 ma si rivelò un vero e proprio disastro. Se l’anno seguente le cose migliorano di poco, Gilles riesce ciononostante a conquistare la vittoria in occasione del Gran Premio di Monaco, il primo trionfo della storia di una vettura con motore turbo sul circuito del principato. In Spagna il canadese volante bissa il successo di poche settimane prima, un trionfo che nessuno poteva neanche lontanamente immaginare potesse essere l’ultimo della sua breve carriera.

Il duello Arnoux-Villeneuve è andato in scena al GP di Francia del 1979

La monoposto del 1982 può permettere a Villeneuve di battersi per il mondiale. Quell’anno il canadese avrebbe fatto coppia con Didier Pironi: in Brasile, Gilles sbaglia mentre sta lottando per la vittoria, a Long Beach arriva terzo ma viene squalificato a causa delle dimensioni irregolari del suo alettone posteriore. Finalmente ecco Imola, la gara di casa per la scuderia del Cavallino Rampante. Per una questione di regolamento legata al peso minimo della vettura, Lotus, Brabham, McLaren non parteciperanno alla corsa e negli ultimi sedici giri Villeneuve e Pironi si danno battaglia, come già fece a Digione con Arnoux pochi anni prima, ma questa volta il discorso è un po’ differente. Gilles e Didier sono compagni di squadra e tra di loro c’è un accordo: chi è al comando ci rimane fino alla fine. Qui inizia il duello: Pironi supera Villeneuve al cinquantaquattresimo giro per un errore del canadese e a suon di staccate al limite il francese mantiene la testa della corsa e taglia il traguardo in prima posizione. Questa la fine di un rapporto basato sulla fiducia che fa rimanere Villeneuve scosso e furioso, abbandonato e tradito non solo da quello che era il suo compagno ma anche dalla Ferrari.

8 maggio 1982: il triste epilogo
Tra Gilles e Pironi la situazione non cambia. Sono passate due settimane dal Gran Premio di San Marino ma i due piloti della Ferrari non si parlano e tra di loro resiste una fredda cortina di silenzio. Mancano pochi minuti al termine delle qualifiche del sabato, sono le 13.52 dell’8 maggio. Nonostante in quel momento il canadese stesse occupando la sesta posizione, ben dietro al francese, dai box arriva l’ordine di rientrare. Gilles affronta la chicane alle spalle dei box, la discesa che immette alla curva Terlamen, è in quinta marcia quando si schianta con la March numero 17 di Jochen Mass. La Ferrari numero 27 urta con la ruota anteriore sinistra, quella posteriore destra del pilota tedesco, decolla, compie due looping completi per un totale di 25 metri per poi schiantarsi contro un terrapieno a bordo pista. Nonostante le cinture di sicurezza, il corpo del pilota è proiettato fuori dalla monoposto con il sedile della sua Ferrari e nell’urto perde anche il casco. I soccorsi sono repentini così come le sue condizioni appaiono immediatamente gravissime. Villeneuve viene trasportato in elicottero alla clinica universitaria di Lovanio anche se, a causa delle funzioni vitali ridotte, già il cervello non invia più impulsi al cuore. L’Aviatore è ufficialmente dichiarato clinicamente morto alle 21:00 ora locale mentre la macchina che lo tiene in vita viene spenta dodici minuti dopo, quando la moglie Johanna, giunta in fretta e furia da Montecarlo, autorizza i medici a staccare tutte le apparecchiature mediche che tengono in vita il marito.

Jacques Villeneuve scenderà sul tracciato di Fiorano la rossa 312 T4 usata dal padre nel 1979

8 maggio 2012: l’eredità Villeneuve
Ad esattamente trent’anni dalla terribile tragedia di Zolder che portò via ai tifosi della Ferrari e agli amanti della Formula 1, quello che era denominato come il mito di Gilles Villeneuve, la scuderia del Cavallino Rampante, proprio oggi, farà guidare Jacques Villeneuve, il figlio di Gilles, sul tracciato di Fiorano la rossa 312 T4 usata dal padre nella stagione 1979 e con la quale vinse tre gare, in Sud Africa, a Log Beach e a Watkins Glen, negli Usa.
E le emozioni per gli appassionati non finiscono qui: dall’8 maggio al 10 giugno i tifosi dell’Aviatore al Foro Boario di Modena potranno visitare la mostra Gilles Villeneuve un uomo nella leggenda, un’esposizione unica in Italia dedicata completamente al fautore del mito del 27 rosso, descritto da Keke Rosberg come «Il più gran bastardo contro cui si potesse correre».

Eleonora Ottonello

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