
Formula 1, Il GP del Bahrain si farà: vincono i dollari
Shanghai (Cina) – È deciso: il Gran Premio del Bahrain del 22 aprile si terrà regolarmente. Lo ha imposto la Fia questa mattina, nonostante si stia parlando di una corsa in un Paese in rivolta da più di dodici mesi. In queste ultime ore c’è chi definisce “coraggiosi” quelli della Formula 1, ma in questa situazione sarebbe preferibile chiamarli “sciocchi”, utilizzando un eufemismo. Hanno deciso di partire nonostante in Bahrain ci sia gente che da più di un anno muore per l’affermazione della democrazia e delle proprie idee in un Paese che è anti-democratico per eccellenza, nonostante lo sciopero della fame di un attivista e chissà quanti tra prigionieri, morti e feriti che il governo ha voluto nascondere. Andranno in Bahrain, per soldi e si è capito, nonostante la monarchia bahrenita imponga alla polizia di scagliarsi sui manifestanti utilizzando gas chimici, torture e proiettili di gomma arrivando a sparare anche a distanza ravvicinata. E per tornare velocemente ai giorni nostri, mercoledì scorso è esploso un ordigno in un supermercato mentre lunedì sera sette poliziotti sono stati feriti in uno scontro a fuoco.
Nel comunicato stampa della Federazione giunto nella mattinata si legge come tutti i soggetti consultati abbiano espresso il proprio favore al regolare svolgimento della competizione sportiva, una garanzia quando i cosiddetti soggetti consultati prendono il nome di Jean Todt, presidente Fia, Bernie Ecclestone, patron della F1, e quello dei ministri di questa piccola dittatura araba.
Il documento spiega che la Federazione ha confermato la gara del calendario anche grazie alle comunicazioni ricevute dalle autorità nazionali e locali in materia di sicurezza, confermando che l’incolumità del pubblico, dei piloti e dei team sarà assicurata durante tutto lo svolgimento di ogni singolo evento. Al Circus della F1 non importa se appena fuori dal circuito di Manama la folla si fa ammazzare per combattere contro il potere. Le impietose scene di soprusi sulla popolazione, non sono le immagini che i media internazionali fanno vedere, è semplicemente quello che la Formula 1 è disposta a coprire mostrando la sua miglior espressione a base di lusso, glamour, belle donne, bandierine multicolore e sorrisi. Un circo di pagliacci.
E avanti così. Di saltare il Bahrain assolutamente non se ne parla, in compenso si vuole far alternare la corsa di Spa, una delle culle storiche di questa Formula 1, con il futuro Gran Premio di Francia. Il Belgio non è l’Emirato Arabo e Spa non è Manama. Per la cronaca in Bahrain, dove è ormeggiata la Quinta flotta a stelle e strisce, al trono c’è una famiglia sunnita e molti sciiti sponsorizzati dall’Iran che vorrebbero veder saltare in aria i marinai statunitensi, in Bahrain gli organizzatori locali pagano 40 milioni di dollari per ospitare la corsa con uno sceicco in un ruolo chiave nella Fia e il governo che possiede il 50% della McLaren Mercedes.
Dov’è finita l’idea di sport come punto di unione dei popoli, di differente razza, etnia, religione? Piloti e team si erano detti pronti ad andare in Medio Oriente qualora la Federazione avesse deciso per il sì, bene, per mio modesto parere driver e scuderie al pari di Federazione e Bernie Ecclestone, saranno complici di un massacro che il mondo preferisce nascondere.
Eleonora Ottonello