Forconi: chi sono e cosa vogliono?

La nascita del Movimento dei Forconi, quando è nato e perché

Forconi: chi sono e cosa vogliono?

Forconi: chi sono e cosa vogliono?

Stanno popolando le piazze di tutta Italia, assedieranno il Parlamento nei prossimi giorni e, dunque, sicuramente sentiremo parlare di loro per un bel po’: sono il Movimento dei Forconi. Ma in molti si chiedono chi siano e cosa vogliano.

LA STORIA DEL MOVIMENTO DEI FORCONI – Il Movimento dei  forconi nasce dagli autotrasportatori un anno e mezzo fa in Sicilia. A ideare il movimento è Felice Floris, allevatore sardo e capo dell’associazione dei pastori sardi. “Forconi” perché prende spunto da una frase di Mariano Ferro: «Dobbiamo prenderli a forconate». Nasce, così, un’associazione di agricoltori, pastori, allevatori che, nonostante goda della presenza di alcuni esponenti di Forza Nuova e dell’estrema sinistra, si definisce “apolitica”. Già tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 i forconi si erano fatti notare, quando da Nord a Sud organizzarono serrate, sciopero a oltranza e blocchi stradali. Soprattutto in Sicilia, allora a creare i maggiori disagi furono gli autotrasportatori, dando vita ad una “paralisi del trasporto su gomma” dell’intero Paese, a partire dai rifornimenti di carburante.

I FORCONI TORNANO ALLA RIBALTA – Ad un anno e mezzo dalla sua nascita, il movimento dei forconi torna in scena a far rumore, ma stavolta più di quanto lo abbia mai fatto finora. Il 9 dicembre scendono in piazza i forconi di diverse città italiani contro le tasse e contro il governo. Numerosi manifestanti mettono in piedi blocchi e presidi in tutt’Italia. I forconi mettono in difficoltà soprattutto gli abitanti di Torino, dove, i manifestanti, dopo aver occupato il centro della città, hanno invaso i binari delle stazioni di Porta nuova e Porta Susa, bloccando per circa un’ora il traffico ferroviario.  Sempre a Torino, in piazza Castello, avvengono pericolosi scontri tra polizia e manifestanti, ferendo ben  quattordici i poliziotti.

I FORCONI OGGI – La protesta di oggi se la prende in particolare con il governo Letta e con le politiche di austerity. A capo della manifestazione troviamo Danilo Calvani, agricoltore di Latina che, insieme ad alcuni colleghi e qualche camionista, ha deciso di far durare le proteste fino al prossimo venerdì, 13 dicembre. Calvani dice al Corriere della Sera: «Equitalia deve essere chiusa, l’alta finanza va rimossa, e l’euro cancellato. Il movimento chiederà la caduta di governo, Parlamento, Presidente della Repubblica e tutte le istituzioni. Altrimenti sarà sciopero a oltranza», minaccia. La manifestazione, col nome “Fermiamo l’Italia” , iniziata oggi, continua  a creare disagi all’intero Paese. Ma, da quel che si legge sui giornali, dai video che trasmette la tv e da quello che le grandi città italiane vivono, pare che l’organizzazione abbia perso la propria forza. Probabilmente questo “potere”, rafforzato dall’unione di diversi cittadini, nasce a causa dalle motivazioni “generiche” che danno vita alla protesta, che raccoglie un po’ tutti gli aspetti di malcontento sociale e si scaglia contro tasse, governo, disoccupazione, classe politica  al grido di chi è stanco di vivere un Paese dal futuro buio.

Sonia Carrera

@soniasakura89

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