
Fontanini guarda alla scuola tedesca (o forse no)
Il presidente della Provincia di Udine suggerisce classi differenziate per i disabili, parla del Friuli pensando (confusamente) alla Germania e scoppia la polemica
Udine - Il tema è scottante: si parla di disabilità infantile. Lo scorso 23 ottobre, il presidente della Provincia di Udine, segretario di Lega Nord in Friuli, Pietro Fontanini è riuscito a far imbestialire una platea di 300 operatori del settore disabilità nonché l’assessore alla Sanità, Vladimir Kosic (PDL) con poco prudenti dichiarazioni.
Il presidente, durante un convegno a Palmanova, ha sostenuto che: “le persone disabili ritardano lo svolgimento dei programmi scolastici”, e ha continuato affermando che “in Germania, dove ci sono percorsi differenziati per ragazzi con problemi, le cose funzionano meglio: è un buon modello”. Sarebbe bastato questo a scatenare le furie dei partecipanti ma Fontanini ha voluto spiegarsi meglio. Poiché gli studenti disabili non sono integrati nelle calssi, “sarebbe meglio pensare a percorsi differenziati. Sul tipo di quelli organizzati dalla Provincia, da me presieduta, per favorire l’inserimento di questi ragazzi nel mondo del lavoro”. Sic.
Le reazioni dell’opinione pubblica sono state violente: i quotidiani nazionali hanno riportato la notizia accusando Fontanini di razzismo, di caldeggiare la ghettizzazione degli studenti secondo le loro capacità psico-fisiche e di essere un “baluba” nordico più adatto a guidare un aratro che a condurre una Provincia. In effetti, l’episodio ha dell’incredibile, tanto più che se ne è reso protagonista un leader politico, laureato in sociologia e con un passato da insegnante. Per questo, dopo le immediate indignazioni, la vicenda merita un commento “a freddo”.
Il presidente ha ragione – quando sostiene che in buona parte del mondo occidentale le “classi speciali” per studenti disabili sono una realtà. Né si sbaglia nell’affermare che la Germania si offre come modello d’eccellenza. Secondo lo European Agency for Development in Special Need Education, organo che monitora l’andamento della formazione scolastica per ragazzi portatori di handicap, il Governo teutonico ha impostato una struttura di prim’ordine composta da corsi didattici e para-didattici il cui scopo è innanzitutto quello di garantire agli studenti il miglioramento o, nei casi più felici, il superamento delle proprie difficoltà fisico-psichico-emotive. Si tratta, dunque, di percorsi di formazione alternativi a quelli offerti ai normodotati, condotti da insegnanti, psicologi, pediatri ed operatori qualificati ai quali i genitori, secondo il suggerimento della struttura scolastica, possono rivolgersi a discrezione.
Le competenze variano secondo i tragitti d’istruzione scelti e le diverse legislazioni educative dei Länder. In linea generale, perà, gli studenti possono accedere a 10 gradi di preparazione ripartiti in attività pre-scolare e scuole primarie (Gymnasium Palestra) fino alle lauree, master post univertari, dottorati e i Staatsprüfung, ovvero gli esami di Stato.
Il presidente sbaglia – invece nel sostenere che le classi speciali tedesche siano pensate per “snellire” le classi normodotate e alleggerire i compiti dei professori. Al contrario, la Germania – che dalla fine del nazismo e delle teorie eugenetiche in poi – è molto attenta ai temi della discriminazione, ha contemplato i suoi corsi alternativi per consentire ad ogni studente la possibilità di essere reintegrato ed “integrato” nel percorso scolastico normale. Se ciò non dovesse accadere, tuttavia, le classi speciali sono comunque un completo training di studio che consente agli studenti disabili le stesse possibilità d’istruzione e di alta professionalità che si presentano generalmente nella vita di tutti gli altri.
Dunque, resta da capire – che cosa Fontanini intendesse con l’introduzione di corsi che favoriscano “l’inserimento di questi ragazzi nel mondo del lavoro”. Se il suo modello prevede percorsi basati sul pregiudio disabile = ritardato-dalle-limitate-capacità-intellettuali che può solo aspirare a mestieri umili e privi di specializzazione, sappia che questo non ha niente a che fare con l’illuminata Germania. Si chiama discriminazione ammantata di paternalismo, la peggiore che ci sia. Ma certamente il presidente tutto questo lo sa.
Chantal Cresta
Foto | via www.rovigooggi.it