
Ferrara Film Festival, partita la prima edizione
Il Ferrara Film Festival alla sua prima edizione. Prime mondiali, mostre e workshop nella splendida cornice della città emiliana
Attesa, aspettative, curiosità, un palpabile desiderio per le strade di Ferrara di voglia di grande cinema, nonostante i comprensibili e prevedibili errori da prima volta. Film in programma non proiettati o problematiche tecniche non stanno scalfendo la passione e il lavoro di Maximilian Law e Alizè Latini, direttore e vicedirettrice del primo Ferrara Film Festival, iniziato lo scorso 1 giugno e che proseguirà fino a domenica 5. Un po’ di Hollywood a Ferrara grazie al desiderio di due ragazzi italiani – Law è nato e vissuto da ragazzo a Ferrara ma vive da anni a Los Angeles – di cimentarsi in un difficile quanto culturalmente proficuo progetto che possa di anno in anno migliorare e diventare un punto di riferimento nell’ambito dei festival cinematografici in Italia. La bellezza della città di Ferrara non può che essere poi la cornice perfetta.
L’IDEA DEL FESTIVAL – Come affermato dallo stesso direttore del festival: «La mia idea di festival del cinema va oltre le semplici proiezioni, la mia visione è di creare un sistema creativo e industriale interconnesso e non istituzionale, cioè non controllato da sistemi pubblici o governi. Attraverso il “Sistema Hollywoodiano” metteremo il pubblico al centro di questa avventura attraverso una serie di eventi speciali ed eventi a tema cinematografico». Un festival pensato e organizzato ad Hollywood e “trasportato” poi in Italia, come spiegato dallo stesso Law martedì 31 maggio alla conferenza di apertura del festival, alla quale hanno partecipato anche il vicesindaco di Ferrara Massimo Maisto, la vicedirettrice del festival Alizé Latini, il presidente della Ferrara Film Commission, Alberto Squarcia e Simona Fabian della Film Commission. Le parole di Maisto hanno sottolineato la grande volontà e una sana ostinazione da parte degli organizzatori: «Maximilian ha avuto l’idea e non si è fermato davanti a nulla, nemmeno di fronte alla distanza. Ho voluto dare fiducia a questo gruppo di lavoro perché la cultura è diversificata, non dobbiamo essere monotematici, Ferrara si arricchisce di un nuovo evento». In attesa dell’arrivo in città, sabato 4 giugno, di Michele Placido, che presenterà il suo nuovo progetto di coproduzione.
NON SOLO FILM – Il Ferrara Film Festival propone non solo film – 45 pellicole tra film, mediometraggi, documentari e corti tra cui tre prime mondiali, nove europee e dodici italiane – ma anche mostre e workshop, come quello sugli effetti speciali tenuto da Leonardo Cruciano, che ha lavorato con Matteo Garrone ne Il racconto dei racconti, o quello di Andrea Sorrentino, collaboratore della costumista vincitrice di quattro premi Oscar, Milena Canonero. Tra le pellicole da segnalare, Life on the line, con John Travolta, The lonely italian di Lee Farber e prodotto da Giovanni Labadessa, Traceroute di Johannes Grenzfurthner e corti di giovani artisti italiani che ben promettono, come il disturbante e coinvolgente Like di Giulio Manicardi o Tinder sorpresa di Riccardo Antonaroli. Un festival che diventa così anche un’arma a favore di giovani cineasti che meritano la giusta attenzione per la qualità dei loro lavori in una sorta di rivincita del cinema indipendente che chiede a gran voce visibilità.
LA MAGIA CINEMATOGRAFICA – Ne è convinta la vulcanica e sempre sorridente vicedirettrice Alizè Latini che ha affermato: «Ferrara da oggi ha il suo film festival che la contraddistingue da ogni altro festival del cinema in Italia. Il nostro è uno spaccato del cinema indipendente mondiale, che rappresenta la magia cinematografica». Una magia, come affermava il ferrarese Michelangelo Antonioni, che ci accompagna anche dopo la visione: «Non bisogna lasciare che un film finisca con la fine del film, ma bisogna fare in modo che il film si prolunghi proprio all’esterno di se stesso, proprio dove siamo noi, dove viviamo noi che siamo i protagonisti di tutte le storie».
Gian Piero Bruno