
Ferrara al capolinea. Alla Juve arriva Zaccheroni
Si concretizza l’esonero più annunciato dell’anno. Zona Champions ed Europa League gli obiettivi del neo-tecnico
di Francesco Guarino
A guardarlo adesso, il 2-1 contro l’Inter a Torino della 15a giornata sembra lontano anni luce. Un altro 2-1 con i nerazzurri, stavolta al passivo, ha sancito l’eliminazione dalla Coppa Italia della Juventus, ma soprattutto ha scritto la parola fine sull’avventura bianconera di Ciro Ferrara. Un crollo verticale quello dei vice-campioni d’Italia, che hanno inanellato una serie negativa di sette sconfitte consecutive (sei in campionato, una in Coppa Italia) che non si accusava addirittura dal 1961-62, quando le partite senza portare a casa nemmeno un punto furono altrettante, ma tutte in campionato.
L’eliminazione di ieri sera, in una partita per la quale il risultato non spiega abbastanza la differenza tra i valori scesi in campo, è stata semplicemente l’ultima tappa del calvario di Ferrara, il cui finale era già scritto sin dal pomeriggio. Si erano infatti intensificati i contatti della dirigenza bianconera con l’attuale allenatore del Liverpool Rafa Benitez, in odore di esonero a fine anno. Di fronte all’impossibilità di portare subito il tecnico spagnolo sulla panchina all’ombra della Mole, è stata formalizzata la scelta del traghettatore che condurrà la squadra sino all’ultima di campionato. Il nome annunciato dal presidente Jean-Claude Blanc è stato quello di Alberto Zaccheroni, che ha già raggiunto Vinovo nel pomeriggio per il primo allenamento. Il tecnico romagnolo ha vinto il ballottaggio con l’ex ct dell’under 21 Claudio Gentile, a cui sfavore ha giocato la mancanza di esperienza nelle squadre di club, essendo il campione del mondo di Spagna ’82 reduce dalla sola esperienza in panchina con gli azzurrini. Zaccheroni torna invece ad allenare a distanza di quasi tre anni dall’esonero rimediato sull’altra panchina dello stadio Olimpico, quella del Torino.
Un compito tutt’altro che facile attende il neo-allenatore juventino, che dovrà sbrogliare i fili di una matassa fisica, tattica e psicologica. La questione psicologica sarà sicuramente la più gravosa da affrontare, per una squadra abituata a veleggiare sempre tra i quartieri alti della classifica ed ora relegata a quattro lunghezze dalla zona Champions. Solo i risultati fanno morale e ai bianconeri serve una vittoria subito, a partire dal posticipo di domenica sera contro l’altra nobile decaduta di questo torneo, la Lazio. A livello tattico Zaccheroni non potrà probabilmente tenere fede al suo cavallo di battaglia, il 3-4-3, a causa dell’inadeguatezza del reparto offensivo della Juventus ad interpretare al meglio questo modulo. Non mancano i perni centrali (Amauri, Trezeguet, Iaquinta in convalescenza post-operatoria), ma è difficile immaginare Diego e Del Piero, o il neo-acquisto Paolucci, come mezzepunte esterne. Ultimo, ma tutt’altro che secondario, il problema fisico: una preparazione estiva a dir poco fallimentare ha prodotto infatti dall’inizio dell’anno oltre quaranta infortuni, che non possono non pesare sull’economia del gioco di una squadra di vertice, per di più impegnata su tre fronti. Zac avrà quindi gli uomini contati per il suo inizio e, seppur con la Coppa Italia finita in archivio, c’è la Europa League che incombe per provare a salvare l’annus horribilis bianconero. Bisognerà inoltre riportare in fretta la squadra in zona Champions, obiettivo minimo fondamentale. Un anno senza la massima vetrina continentale sarebbe ben più di un semplice fallimento per la società di Corso Ferraris.
A sentire ripetere ossessivamente la parola traghettatore, a Zac saranno probabilmente venuti i brividi. Se la sua avventura juventina non dovesse essere delle migliori, il paragone con un certo Caronte verrebbe fin troppo facile.