
Facebook viola la privacy anche dei non utenti
Bruxelles – Facebook viola le norme sulla privacy Ue. L’analisi arriva da un rapporto condotto da alcune università belga secondo il quale il noto social network traccerebbe anche le utenze interattive non registrate al sito.
COOKIE e VIOLAZIONI – La pratica adottata da Facebook è riassunta dall’agenzia di stampa Ansa.it. Secondo il report belga condotto dalle accademie di Leuven e Libera Università di Bruxelles, il social network applica ai browser degli utenti dei particolari cookie (righe di testo informatico per l’autenticazione e la tracciabilità delle informazione degli utenti che si connettono ad un sito) i quali possiedono un identificativo unico, con durata biennale.
I ‘datre cookie’, così chiamati, producono quanto segue: ogni volta che un utente, anche privo di account Facebook, visita una pagina appartenente al dominio del social come Whatsapp o Instagram, questo lo traccia.
FACEBOOK SOTTO ACCUSA – Nel 2011, la commissione protezione dati irlandese aveva già protestato contro l’uso dei datre cookie da parte di Facebook poiché l’uso di ogni cookie dovrebbe essere preceduto dal consenso dell’utente interessato nel momento in cui questo accede ad un sito. Nel caso dei datre, invece, si può identificare chiunque all’insaputa dell’interessato con qualsiasi tipo di attività sulla pagina. Basta un ‘like’ o un ‘condividi’ e la traccia viene raccolta ed archiviata senza che gli utenti ne sappiano nulla.
Quando l’Ue iniziò a contestare la pratica del social, Facebook rispose che la ragione dell’uso dei cookie era la sicurezza. Ora lo scontro tra la Commission for the Protection of Privacy (Autorità di vigilanza belga) e il social network pare ulteriormente irrigidirsi.
FACEBOOK AL CONTRATTACCO – Secondo quanto riporta ITespresso.it, l’azienda di Zuckerberg respinge ogni accusa sostenendo che il rapporto di vigilanza Ue è «impreciso» e pieno di «errori reali». Inoltre Facebook si dice sconcertato per non essere stato consultato prima che il report fosse reso pubblico, dimentico che già in precedenza l’azienda rifiutò un incontro con gli irlandesi per chiarire la questione. Ora Facebook si augura di essere chiamato in causa per aggiornare lo studio che – sostiene – omette molte cose.
«I cookie rappresentano uno standard del mercato da 15 anni», dicono dall’azienda di Zuckerberg e chi non desidera vedere pubblicità né essere studiato come oggetto di mercato per la pubblicità, può effettuare l’opt out attraverso lo European Interactive Digital Alliance (Edaa). ITespresso.it ricorda che si tratta di un database sviluppato dall’European Industry Coalition: un team di un centinaio di aziende di marketing e pubblicità per gestire le informazioni degli utenti secondo le regole Ue.
Rimane il disappunto di Facebook il quale – per salvare l’onore – ricorda di essere regolamentata dall’Irish Data Commissioner e di aver superato due valutazioni indipendenti sull’affidabilità dei suoi strumenti di garanzia e di sicurezza dei dati.
Chantal Cresta