
Etna, nuova eruzione: le foto spettacolari
L’Etna è a dir poco scatenato. Si è conclusa solamente alle 6:50 circa di stamattina l’attività del cratere situato a sud-est del vulcano. L’eruzione era cominciata ieri pomeriggio attorno alle 17. Il vulcano più famoso d’Italia si è divertito a dare spettacolo con le sue fontane di lava. Sempre questa mattina è tornato operativo al 100% l’Aeroporto Internazionale di Catania Fontanarossa. Ieri, infatti, erano stati chiusi due spazi aerei sopra la città. Inoltre, erano state avvertite, poco dopo le sette del mattino, due scosse sismiche a trentasette secondi di distanza proprio sull’Etna. La prima scossa ha avuto un magnitudo pari a 2,2 mentre la seconda 2,3. Entrambe si sono verificate a una profondità tra i cinque e i dieci chilometri, cioè in superficie. Questo ha fatto sì che le scosse fossero particolarmente percepibili. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha rivelato che i terremoti erano collegati all’attività del vulcano.
NON LA SMETTE PIÙ - Ormai sono diversi mesi che l’Etna ciclicamente dà luogo a eruzioni brevi ma molto intense, precisamente di tipo stromboliano. L’ultima eruzione risale a pochi giorni fa: il 23 novembre, quando lo stesso cratere a sud-est liberò una massiccia emissione di cenere lavica. Il cielo si coprì di grigio e anche in quell’occasione lo spettacolo fu assicurato. Dal cratere è poi partita una vera e propria fontana dilava, espulsa con una imponente energia.
INTANTO IL VESUVIO - E mentre tutta Italia e non solo osserva le spettacoli immagini provenienti dalla Sicilia, dagli Stati Uniti arrivano gli inquietanti risultati di uno studio che ha per oggetto un altro vulcano italiano, il Vesuvio. Secondo il vulcanologo Flavio Dobran della New York University, se il Vesuvio dovesse tornare in attività, l’intero golfo di Napoli verrebbe distrutto nel giro di un quarto d’ora e i morti potrebbero essere, nello stesso arco di tempo, un milione.
Giacomo Cangi
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