
Epifania 2016: viaggio per il mondo tra tradizioni e curiosità legate alla Befana
In Italia – dalla Lombardia alla Sicilia, passando per Umbria e Lazio – anche per l’Epifania 2016 sono attesi tanti eventi all’insegna di un’unica consolidata tradizione: quella della calza piena di dolci – o carbone – lasciata da una vecchia che giunge a cavallo di una magica scopa volante. Ma non dappertutto è così e in molti Paesi il giorno della Befana si accompagna ad usanze più o meno bizzarre. Eccone alcune.
FRANCIA – La galette des Rois: il biscotto dei Re (Magi). Se in Italia abbiamo panettone e pandoro a identificare il Natale, i nostri vicini francesi hanno un dolce associato all’Epifania e all’arrivo dei Magi a Betlemme. Di forma solitamente tonda questa particolare galette si distingue per la presenza, nell’impasto, di una fava, talvolta sostituita da un piccolo oggetto non troppo grande nè troppo piccolo così da non poter essere deglutito ma neppure rimanere visibile all’interno del dolce mentre questo è ancora intergo. Quando si mangia la galette chi trova la “sorpresa” nella propria fetta è nominato re (o regina) della giornata. Chi la compra in pasticceria di solito riceve in allegato una corona in cartoncino dorato da far indossare al fortunato!
MESSICO - La versione centroamericana della galette francese è la Rosca des Reyes e, come ben si addice ad un popolo che venera la Santa Muerte, è connotata da nuance macabre. Il consumo di questo dolciume è infatti associato ad una presenza che della Befana può ricordare qualche aspetto: la bruja maléfica. Si tratta di una strega di indole non proprio bonacciona, pronta a scatenare la sua ira e lanciare maledizioni se la torta non viene mangiata esattamente nella giornata del 6 gennaio.
SPAGNA – Se i bambini italiani sembrano avere particolare cura per Babbo Natale e le sue renne, per cui preparano latte caldo, biscotti e una carota quale sostegno durante le lunga notte di consegna regali del 24 dicembre, nella penisola iberica i pargoli non si dimenticano dei Re Magi e dei loro assetati cammelli. Da tradizione lasciano fuori dalla porta una ciotola d’acqua e un po’ di cibo per questi animali, vicino ad una scarpa – “cugina” della nostra calza, per dirla tutta – dove i Magi possano lasciare un dono.
ISLANDA – Il giorno dell’Epifania è in questa isola del Nord segnato da una presenza non femminile, ma maschile. E ben nota: Babbo Natale, anzi per essere precisi il tredicesimo Babbo Natale. In Islanda la tradizione vuole che arrivino durante le feste, a partire dall’11 dicembre, ben 13 Santa Claus, ognuno con un proprio nome e precise caratteritiche: dal 25 del mese in poi – come sono giunti – se ne vanno uno alla volta, uno ogni sera. La notte del 6 gennaio, la tredicesima dopo il Natale, ecco l’ultimo – Kertasníkir, il ladro di candele – abbandonare il campo portandosi via tutte le festività. Gli islandesi chiamano per questo l’Epifania il “tredicesimo giorno”.
GRAN BRETAGNA – Tredicesimo giorno per gli islandesi, Dodicesima notte per i britannici. I sudditi di Elisabetta II salutano le feste natalizie non senza una certa preoccupazione perchè secondo le più antiche leggende nella notte del 6 gennaio gli spiriti si risvegliano per dilettarsi in burle e scherzi. Non è un caso che questa credenza abbia ispirato la rocambolesca trama della commedia di Shakespeare Twelfth Night, or What You Will, piena di situazioni bizzarre e imprevisti di ogni genere.
GERMANIA – “Christus Mansionem Benedicat” abbreviato CMB. Questa la sigla – le cui lettere corrispondono anche alle iniziali dei nomi dei tre Re (Caspare, Melchiorre e Baldassarre) – viene segnata sulla porta delle case con dei gessetti precedentemente benedetti dal sacerdote. In questo modo ogni famiglia protegge dal Male la propria dimora e i suoi occupanti. La forma completa della scritta, in questa Epifania 2016, dovrebbe essere 20 + CBM + 16 perchè la coppia di numeri prima e dopo le lettere va a identificare l’anno in corso. In alcuni casi a fare queste iscrizioni sono i Sternsinger, Cantori della Stella, che nella notte del 6 gennaio girano tra le case cantando per raccogliere denaro destinato ai poveri. Questa usanza CBM è condivisa con altri Paesi dell’Europa centrale e centro-orientale tra cui l’Ungheria, dove sussite comunque una specifica tradizione.
UNGHERIA e ROMANIA – Forse sentono già aria di carnevale i bambini ungheresi che, il 6 gennaio, si impegnano in un travestimento a tema con la giornata: non la vecchia befana con naso bitorzoluto, abiti logori e scopa, ma i ben più nobili Re Magi. In abiti da sovrani orientali, spesso con qualche buffo cappello a punta e portando con sè le statuine del presepe oppure una decorazione a forma di stella, i piccoli escono e si presentano sugli usci delle case, bussando alla porta: i più bravi riescono a mettere addirittura in scena una mini ricostruzione dell’arrivo dei Magi alla capanna con adorazione del bambinello, háromkirályok in lingua ungherese.
In maniera simile si comportano i bambini in Romania, dove è usanza che ricevano qualche dolcetto o pochi spiccioli in cambio di qualche racconto o canzone (o forse per farli stare zitti?).
Laura Dabbene
foto: conme.wordpress.com; afmsp.org; nonsolocultura.studenti.it