Emilia-Romagna, dove corrono i dromedari

Spese improbabili e gestioni discutibili: ecco come Vasco Errani amministra l’Emilia-Romagna da oltre 10 anni.

di Chantal Cresta

emilia romagnaBOLOGNA – Il di nuovo eletto presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani (Pd), è inossidabile a ogni scossone. Ogni volta che si presenta alla poltrona di governatore (carica che ricopre dal 2000) è rieletto in trionfo. Merito di una zona come l’Emilia-Romagna che rossa è e rossa resta, qualsiasi cosa accada: crisi pidiessine, ingombranti coop che spadroneggiano nel territorio a scapito del libero mercato o scandali Cinzia-gate a base di sesso e peculato. Errani è sempre sullo scranno della Giunta e la sua reputazione di ottimo amministratore procede di pari passo con la spesa pubblica locale, cresciuta del 100,7% dal 2001 al 2008. Notevole. Allora cominiciamo a spulciare i rendiconti della Regione a partire da questa inattacabile reputazione del suo prinicipale dirigente.

Per chi non lo sapesse, in Emilia-Romagna ci sono i dromedari. O meglio, le bestie appaiono come voce di bilancio nell’anno 2009. Per esattezza, 7 dromedari da latte da donare alle popolazioni povere del Sarahawi e per i quali la Giunta ha versato 20mila €. Il gesto è nobile: 4 litri di latte fresco al giorno per animale non si negano a nessuno, tanto meno ai bambini denutriti che vivono nel deserto algerino, ma era altrettanto urgente spendere altri 70mila € di aiuti per una coop di Cuba? Chissà cosa pensano gli

Bologna
Bologna (scorcio)

imprenditori agro-alimentari romagnoli i quali – in mancanza di un serio intervento finanziario di tutto il settore - sono costretti a distruggere gli alberi di pesco e a svendere il parmigiano-reggiano, due cardini dell’economia regionale. Un’altra voce di spesa del 2009 sono stati i “viaggi di rappresenza”, che hanno richiesto un esborso di 600mila €. Più di mezzo milione di euro per mobilitare assessori e consiglieri da una parte all’altra del globo. Ma non avevano abbastanza da lavorare a casa loro? Per esempio, la Giunta si poteva tenere impegnata con la vicenda dell’ospedale di Cona (Ferrara), una struttura in costruzione da 20 anni. Dopo innumerevoli rinvii e consegne mancate, il nosocomio aprirà i battenti (forse) tra il 2012-2013 con una spesa finale di 285 milioni di euro. Quasi 6 volte tanto rispetto agli iniziali 50 milioni messi in preventivo 2 decenni fa. Si potrebbe andare avanti a lungo anche con le voci di bilancio 2010: 3 milioni di euro per finanziare “la consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo”, investimenti per la biblioteca dei giocattoli, quelli per la promozione del cucito per le donne palestinesi e altri per l’allevamento di polli e conigli. Insomma, progetti confusi e denari buttati come quelli versati per il “Tecnopolo” e la “Terza Torre”.

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