
Emilia-Romagna, dove corrono i dromedari
Aggiunto da Chantal Cresta il 11/10/2010.
Tags della Galleria Politica, Primo piano
Tags: affitto, amministrazione, barzelletta, bilancio, bologna, Cona, cucito, donne palestinesi, dromedario, Emilia Romagna, Emilia-Romagna: dove corrono i dromedari, euro, ex manifattura tabacchi, fallimento, fondi ue, impresa, latte, lega coop, legacoop, nosocomio, ospedale, parmigiano reggiano, pesco, Politica, Primo piano, progetti soldi, proprietà, regione rossa, rendiconto, sede regionale, sinistra, sprechi, tecnopolo, terza torre, unione cooperativa, vasco errani
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Spese improbabili e gestioni discutibili: ecco come Vasco Errani amministra l’Emilia-Romagna da oltre 10 anni.
di Chantal Cresta
BOLOGNA – Il di nuovo eletto presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani (Pd), è inossidabile a ogni scossone. Ogni volta che si presenta alla poltrona di governatore (carica che ricopre dal 2000) è rieletto in trionfo. Merito di una zona come l’Emilia-Romagna che rossa è e rossa resta, qualsiasi cosa accada: crisi pidiessine, ingombranti coop che spadroneggiano nel territorio a scapito del libero mercato o scandali Cinzia-gate a base di sesso e peculato. Errani è sempre sullo scranno della Giunta e la sua reputazione di ottimo amministratore procede di pari passo con la spesa pubblica locale, cresciuta del 100,7% dal 2001 al 2008. Notevole. Allora cominiciamo a spulciare i rendiconti della Regione a partire da questa inattacabile reputazione del suo prinicipale dirigente.
Per chi non lo sapesse, in Emilia-Romagna ci sono i dromedari. O meglio, le bestie appaiono come voce di bilancio nell’anno 2009. Per esattezza, 7 dromedari da latte da donare alle popolazioni povere del Sarahawi e per i quali la Giunta ha versato 20mila €. Il gesto è nobile: 4 litri di latte fresco al giorno per animale non si negano a nessuno, tanto meno ai bambini denutriti che vivono nel deserto algerino, ma era altrettanto urgente spendere altri 70mila € di aiuti per una coop di Cuba? Chissà cosa pensano gli
imprenditori agro-alimentari romagnoli i quali – in mancanza di un serio intervento finanziario di tutto il settore - sono costretti a distruggere gli alberi di pesco e a svendere il parmigiano-reggiano, due cardini dell’economia regionale. Un’altra voce di spesa del 2009 sono stati i “viaggi di rappresenza”, che hanno richiesto un esborso di 600mila €. Più di mezzo milione di euro per mobilitare assessori e consiglieri da una parte all’altra del globo. Ma non avevano abbastanza da lavorare a casa loro? Per esempio, la Giunta si poteva tenere impegnata con la vicenda dell’ospedale di Cona (Ferrara), una struttura in costruzione da 20 anni. Dopo innumerevoli rinvii e consegne mancate, il nosocomio aprirà i battenti (forse) tra il 2012-2013 con una spesa finale di 285 milioni di euro. Quasi 6 volte tanto rispetto agli iniziali 50 milioni messi in preventivo 2 decenni fa. Si potrebbe andare avanti a lungo anche con le voci di bilancio 2010: 3 milioni di euro per finanziare “la consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo”, investimenti per la biblioteca dei giocattoli, quelli per la promozione del cucito per le donne palestinesi e altri per l’allevamento di polli e conigli. Insomma, progetti confusi e denari buttati come quelli versati per il “Tecnopolo” e la “Terza Torre”.
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