Elezioni 2013. Work in progress per il Pdl e il centrodestra

Elezioni 2013, rivoluzione interna Pdl Silvio Berlusconi

Il congresso del Pdl nel marzo del 2009

Roma – L’autunno è ormai giunto da qualche settimana, con almeno due certezze: niente elezioni anticipate a novembre e i sei mesi che ci separano dal momento in cui dovremo tornare alle urne per decidere le sorti del nostro Paese.

Se sul fronte centrosinistra si è ormai in procinto di primarie, non senza polemiche, da quello opposto si respira aria di rivoluzione interna, soprattutto tra le fila del Pdl.

Una rivoluzione che parte dalla modifica dello stesso nome. Addio a quel Popolo della Libertà, di cui Silvio Berlusconi andava tanto fiero qualche anno fa: lo presentò all’opinione pubblica come la sua creatura che avrebbe portato innovazione e “democrazia” nello scenario politico. Sembrano che siano passati secoli da quel giorno, in cui Berlusconi poteva contare su un largo consenso popolare, grazie anche alla sua alleanza con Gianfranco Fini, che decise di sacrificare il suo partito , Alleanza Nazionale, per questo progetto che prometteva lunga vita.

La situazione attuale, però, è leggermente diversa: oltre all’abbandono di Fini, che ha preferito buttarsi nella mischia dei centristi, il Pdl ha conosciuto un declino d’immagine e credibilità molto evidenti. Le condizioni in cui si trova a vivere non sono delle migliori: il consenso è sceso di parecchi punti, visto che ora si attesta su una forbice che va dal 12 al 18%. Non ci vuole un genio per capire che con questi numeri, la creatura di Berlusconi non rappresenti più la guida del centrodestra. A ciò si aggiungono i vari scandali regionali che hanno colpito in questi ultimi mesi vari esponenti del Pdl.

Se la Lega Nord ha avuto “la fortuna” di essere travolta dagli scandali con largo anticipo rispetto alle elezioni di primavera, dandogli il tempo di riformarsi al suo interno (anche se bisogna capire ancora con quale risultati), il Pdl non può permettersi il lusso di temporeggiare

Per questo non basta soltanto cambiare il nome, nella vana speranza che la gente sia colpita da un’improvvisa amnesia e torni a votare le stesse facce però sotto una denominazione diversa.

L’idea è di modificare la struttura stessa del partito. «Miro a un progetto che mi faccia ottenere il miglior risultato possibile» avrebbe confidato in privato l’ex premier. Un intento nobile il suo che proviene da una profonda riflessione da grande stratega politico qual è.

Per ora si possono fare soltanto ipotesi su questi cambiamenti radicali in cantiere.  C’è chi sostiene che, tra le intenzioni di Berlusconi, c’è quella di creare una lista personale e tre soggetti autonomi: uno per i maggiorenti del partito, una per il nord, una per il sud. Assecondando così le dichiarazioni di qualche giorno fa del sindaco di Roma Gianni Alemanno, che sconsigliava apertamente di presentarsi alle prossime elezioni regionali del Lazio con la lista del Pdl. Meglio una lista civica del centro-sud.

In molti all’interno del Pdl smentiscono questa ipotesi. Più attendibile che si passi ad una semplice “rottamazione”, nome che va molto di moda in questo periodo, tanto per rimanere al passo con i tempi. Quindi via i volti vecchi, e spazio ai più giovani, per dimostrare il netto taglio che si vuole dare al passato.

Se cosi fosse, la domanda scontata sarebbe: quindi Silvio si candida o no, visto che lui si può reputare tutto tranne che un volto nuovo? E come va ormai avanti da mesi, la certezza non può averla nessuno a riguardo. Lo stesso Angelino Alfano ieri, durante un convegno con Pierferdinando Casini ed Enrico Letta, ha dichiarato che Berlusconi non si candiderà alle prossime elezioni.

La conferma è arrivata proprio questa mattina dal diretto interessato, parlando in diretta con Maurizio Belpietro a Mattino Cinque. La riserva del dubbio è legittima.

Rimane un nodo da sciogliere resta: quello della riforma elettorale. Verrà mantenuto  il Porcellum, che predilige gli schieramenti, o si passerà al sistema proporzionale, che premia il singolo partito?

Elezioni 2013, rivoluzione interna Pdl Silvio Berlusconi

L'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

Sembra che proprio da questo dipenda la forma che verrà ad assumere la rivoluzione del Pdl: lista civica, nazionale, “scissione dolce” e poi federazione o pulizia totale?

E bisogna anche aspettare i risultati delle primarie del Pd. Se dovesse vincere il sindaco di Firenze Matteo Renzi, lo scenario politico cambierebbe totalmente e a quel punto Berlusconi potrebbe muoversi in tutt’altra maniera.

Se sul fronte Pdl la situazione rimane incerta e non ci resta altro che aspettare dichiarazioni ufficiali, qualcosa si è mosso in riferimento all’intero centrodestra.

L’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha presentato il manifesto del suo nuovo progetto politico. Si presenterà con una propria lista alle prossime elezioni con il Movimento 3L (Lista, Lavoro e Libertà) tanto per fare concorrenza a Beppe Grillo e al M5S (uno scontro tra titani).

Un altro documento è stato presentato dall’area più conservatrice del centro destra: “Il manifesto per il bene comune della Nazione” (ideatori sono la crème de la crème del centrodestra come Alemanno, Mariastella Gelmini e Maurizio Sacconi). Il testo è incentrato sulla difesa dei valori come la famiglia, la revisione del concetto di “multiculturalismo” (il che preoccupa) e l’elezione diretta del presidente della Repubblica (tanto per citare alcuni punti).

C’è la Lega Nord che ha proposto un referendum per istituire la “macroregione del Nord”, con Roberto Maroni che non dà per certo la partecipazione del Carroccio alle prossime elezioni, avendo come obiettivo quelle regionali del 2015.

E, infine, un gruppo di sindaci e amministratori locali del PdL, guidati da Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia, che hanno scritto, tanto per non essere da meno, un altro manifesto dal nome “L’Italia chiamò”. Tra le proposte: l’azzeramento dei vertici del partito e l’istituzione delle primarie anche nel Pdl.

Una cosa è certa: i manifesti non mancano. Almeno su quello l’elettore non potrà lamentarsi.

Giorgio Vischetti

foto|| tg24.sky.it; stefanogalla.blogs.com; pierferdinandocasini.it

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