Elezioni 2013. Berlusconi e Grillo: protagonisti tra le comparse

berlusconi grillo

Beppe Grillo

Roma – In una campagna elettorale con tante comparse, ma pochi protagonisti, Silvio Berlusconi e Beppe Grillo sono i due veri mattatori di questa tornata elettorale.

Silvio Berlusconi è tornato in campo e a guardarlo così verrebbe da chiedersi quando mai se ne fosse andato, mentre il comico genovese, dopo alcune critiche sulla democrazia interna al suo movimento, continua a riempire le piazze e mietere consensi.

Torna dopo un anno sabbatico culminato con una conferenza stampa a fine Ottobre in cui annunciò il ritiro dalla politica, dichiarazione smentita nel giro delle 24 ore successive, tempo nel quale ha ricevuto notizia della condanna, in primo grado, a quattro anni, con interdizione dai pubblici uffici per frode fiscale nel processo Mediaset.

«Per il bene dell’Italia» era sceso in campo, sempre per il medesimo ne usciva e adesso il solito affetto per il bel paese lancia la sesta campagna elettorale del Cavaliere in 19 anni di «cursum honorum nella politica».

La situazione che ha trovato al suo ritorno non era delle migliori: un Pdl ai minimi storici, circa al 12,5%, con poche prospettive di crescita, un leader, Alfano, con lo stesso appeal di un maglione d’estate, l’entourage del Pd che, dopo aver titubato a lungo e rafforzato dalle primarie, si sentiva pronto per governare, talmente pronto da spendersi in lunghe riunioni sulla spartizione dei vari ministeri, e niente di meno che Ingroia, Monti e Grillo fra i candidati alla presidenza del Consiglio.

Beppe Grillo sembra essere l’unico in grado di porsi come contro altare al cavaliere, perché è l’unico fra i principali competitors che risulti così fortemente magnetico sia agli occhi del pubblico sia a quello dei media.

Una popolarità che i due sanno, similarmente, cavalcare ed indirizzare verso le proprie battaglie, basti pensare all’operazione liste pulite a cui ha costretto gran parte dei partiti o all’improvviso successo del neonato Movimento 5 stelle in Sicilia.

Una popolarità che spesso sconfina in un tifo cieco, che tutto perdona e tutto giustifica, la differenza sta nel proselitismo, poiché se il comico genovese è più uomo da piazza, Berlusconi preferisce la televisione.

Sia il comico genovese che lo statista di Arcore sono due persone economicamente agiate e questo li porta spesso ad usare la stessa giustificazione, per provare il proprio disinteresse nell’ assunzione del proprio impegno politico: «Se avessi voluto mi sarei potuto rinchiudere nella mia villa e disinteressarmi di tutto».

berlusconi grillo
Silvio Berlusconi

Sono due grandi comunicatori, due leader ed hanno la capacità di avvalersi dell’ironia, sia come veicolo per lanciare messaggi politici sia come arma di offesa contro l’avversario, la stessa ironia che agevola la situazione nel caso di una, forzata o consigliata, smentita a posteriori.

In comune hanno anche delle recenti aperture all’ estrema destra: Grillo è stato duramente contestato per le parole di benevolenza che ha avuto per Casapound mentre Berlusconi che, dal 1994 non disdegna il bacino di voti post fascista, dichiara «Mussolini ha fatto bene, il fatto delle leggi razziali è stata la peggiore colpa» durante le celebrazioni della Giornata della Memoria.

Una delle caratteristiche più forti con le quali si è presentato Grillo è l’antipolitica, l’esser fuori dal mondo dei politicanti, è stata la principale carta nella manica del Berlusconi prima edizione, quello del 1994, l’uomo imprenditore che dopo aver avuto successo nel proprio lavoro, decide di mettere le proprie capacità al servizio del Paese.

In Parlamento non si incontreranno, per l’impossibilità per Grillo di candidarsi, ma chissà se così simili non troveranno un modo per trovarsi.

Edoardo Romagnoli

Foto || formiche.net

 

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