Egitto, oggi la riunione dei ministri degli Esteri Ue

Mentre la protesta si "tranquillizza", l'Unione Europea scende in campo per l'Egitto

Bruxelles – Su proposta del presidente della Commissione Europea Barroso, e di quello del Consiglio Europeo Van Rompuy, si riuniranno quest’oggi i ventotto ministri degli Esteri dei paesi dell’Unione, per decidere il comportamento dell’Europa rispetto ai gravi disordini scoppiati in Egitto, con la destituzione del presidente eletto Mohamed Morsi.

La riunione, che si aprirà alle 13 ora italiana, sarà finalizzata a trovare un accordo comune tra tutti gli stati membri su come agire in maniera diplomatica e concreta rispetto al comportamento del governo egiziano, guidato dal presidente ad interim Adli Mansour. Un ruolo importante lo giocheranno, in questa riunione, l’Alto rappresentante europeo per la politica estera, la britannica Catherine Ashton, e il nostro ministro degli Esteri, Emma Bonino, che nei giorni e nelle settimane scorse si erano fatte promotrici di questo vertice, fondamentale per chiarire una prima reazione concreta della comunità internazionale, in attesa che anche gli Stati Uniti definiscano una strategia operativa chiara.

Le ipotesi sul piano di lavoro dei ministri, convocati a riunione dai vertici Ue, saranno due: in prima istanza, lo stop totale alla fornitura di armi alle forze governative egiziane, una misura che avrebbe comunque effetti marginali, e di carattere politico piuttosto che economico. L’Egitto, infatti, importa armi per una somma annua di 4,979 miliardi di euro all’anno, e di questi, l’87% proviene da Stati Uniti, Russia e Cina.

Ben più grave sarebbe, per contro, il blocco degli investimenti e dei rapporti commerciali. Al 2012, la sola Italia costituiva per il più grande paese del Medio Oriente il terzo partner commerciale in fatti di importazioni (prima è, nuovamente, la Cina) e il primo nelle esportazioni, con una quota sul totale dell’8.8%, seguita poi dalla Germania. con il 5.5%.

La bilancia commerciale egiziana, in passivo lo scorso anno di quasi 30 miliardi di euro, è la cartina tornasole della drammatica emergenza economico finanziaria nella quale versa il paese, e dunque delle sanzioni economiche potrebbero sì rendere il governo più collaborativo sul piano diplomatico, ma finirebbero per dare la mazzata finale alle casse statali, stremate da quella forma di “assistenzialismo alla spesa” che era uno dei capisaldi dell’attività dell’ex presidente-dittatore Hosni Mubarak.

In attesa di cosa si deciderà tra i palazzi europei, la notte appena trascorsa sembra essere stata relativamente tranquilla nel paese, con nessuno scontro di rilievo tra le strade del Cairo, e solo qualche piccola manifestazione nelle altre città, prima tra tutti Alessandria. La tregua sostanziale si è resa possibile attraverso una più rigida e severa applicazione, da parte dei militari fedeli al governo in carica, del coprifuoco.

Stefano Maria Meconi

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