
Dramma Schumacher: la situazione dopo 2 mesi di coma. Pareri discordanti
Grenoble (Francia) – 29 dicembre 2013-2 marzo 2014. Sono già trascorsi oltre due mesi dalla rovinosa caduta sulle nevi di Meribel che ha visto protagonista Michael Schumacher. Un destino beffardo per il tedesco o forse una tremenda fatalità. Una vita vissuta a 300 all’ora sempre sul limite dei centesimi, poi una caduta sugli sci rischia di spegnere la stella del Campionissimo di Formula 1.
Il sette volte campione del mondo, percorrendo un tratto con neve fresca di congiunzione tra due piste, una blu e una rossa, relativamente semplici per uno sciatore provetto come Schumacher. Il tedesco, che indossava un caschetto con una telecamera che ha registrato l’impatto, si sarebbe sbilanciato e sarebbe caduto picchiando la testa contro una roccia.
RISVEGLIO DIFFICILE - Sono quasi tre settimane che i medici dell’Ospedale Universitario che seguono la degenza del tedesco hanno avviato il procedimento di risveglio. A parte la smentita della morte del sette volte campione del mondo, non ci sono state più voci ufficiali, da parte della struttura o della sua portavoce, Sabine Kehm. Anche se, per la famiglia Schumacher e per i tifosi del tedesco che non hanno smesso di fargli sentire il proprio appoggio, sia difficile da accettare, più il paziente rimane in coma e più difficoltoso sarà il recupero. Il timore è stato recentemente proposto da due luminari britannici, il dottor Anthony Strong, neurochirurgo presso il King’s College di Londra, e il professore Tipu Aziz, insegnante all’Università di Oxford. Entrambi i professionisti hanno sottolineato come, con una degenza così prolungata, anche le parti del cervello che non sono state direttamente colpite nell’incidente, col trascorrere del tempo potrebbero riportare segnali negativi.
PER GLI SVIZZERI CE LA FARA’ - Contro l’opinione dei due luminari inglesi, il Tages Anzeiger, ha riportato la testimonianza di Andreas Raabe, direttore della clinica universitaria di neurochirurgia di Berna. Il professore ha spiegato come, se l’équipe medica che sta seguendo il sette volte campione del mondo ha ritenuto che fosse arrivato il momento di svegliarlo è perché i tempi erano abbastanza maturi per una buona riuscita. Non sarà semplice e veloce: Schumacher, secondo le previsioni dello svizzero, ricomincerà a respirare autonomamente, inizierà a rispondere agli stimoli esterni, aprirà gli occhi e come ultimo step comincerà a muoversi. Impossibile prevedere i tempi visto che il risveglio completo dipende da fin troppi fattori, che solo i dottori che hanno seguito tutto l’iter clinico conoscono.
LA FAMIGLIA E’ FONDAMENTALE - Arrivati a questo punto, la famiglia e gli amici giocheranno un ruolo importantissimo: le persone vicine al sette volte campione del mondo dovranno stimolare e parlare il più possibile il tedesco nella speranza di andare a creare un contatto visivo per iniziare a capire se sarà capace di riconoscere persone, oggetti e formulare parole.
COSA È SUCCESSO - Nonostante le prime notizie, le condizioni di Schumacher, trasportato in elicottero all’ospedale di Grenoble, sarebbero state gravi fin da subito. L’ex ferrarista ha subito un’emorragia cerebrale ed è stato operato d’urgenza per ridurre la pressione dell’ematoma. L’intervento che ha permesso di diminuire la pressione intracranica, ha obbligato i medici a tenere il sette volte campione del mondo in coma indotto, dal quale, dopo oltre due mesi, non è ancora stato svegliato. Nel corso degli ultimi giorni di gennaio, l’équipe medica che sta seguendo l’ex ferrarista ha iniziato il processo di risveglio dal coma indotto in cui vegeta dallo scorso 29 dicembre. Un percorso lungo e delicato per il quale potrebbero essere necessari mesi prima che sia possibile fare una prognosi certa sugli effettivi danni cerebrali del tedesco.
INDAGINI CHIUSE - Nessun colpevole, quindi tutto chiuso con un bel niente di fatto. Questo è stato il resoconto di Patrick Quincy, il procuratore di Albertville, sull’intera faccenda che ha visto protagonista Schumacher. In base a testimonianze e rilevamenti, non ci sono indagati. Inizialmente si era parlato di segnaletica insufficiente per delimitare la zona dove il sette volte campione del mondo è caduto ma invece è stato appurato che le «informazioni sui limiti della pista erano conformi con gli standard della legge francese».
SAKHIR GLI DEDICA LA PRIMA CURVA - La curva numero 1 del Bahrain International Circuit da oggi, è stata ufficialmente intitolata a Michael Schumacher. Il provvedimento, reso noto dopo il consenso della famiglia reale, è stato preso per mano dei responsabili del tracciato e principalmente dal presidente del circuito, Zayed Al Zayani e la notizia è stata accolta positivamente anche dalla famiglia dell’ex ferrarista. Schumacher è legato al Bahrain e a questa pista: il sette volte campione del mondo nel 2004 con la Ferrari conquistò la prima edizione della corsa che quest’anno festeggia il primo decennio di vita.
foto homepage: dailymail.co.uk
Eleonora Ottonello