
Diritti civili per coppie gay: non si dovevano fare entro fine anno?
Sta per concludersi l’anno, e con esso molte promesse fatte dai politici verranno smascherate. Ad esempio, sul tema dei diritti civili alle coppie gay erano state dette molte cose. In compenso, però, è stato fatto poco. Nulla che in Italia non si sia già visto e rivisto tante volte.
ENTRO FINE DELL’ANNO? - Era il 24 giugno e Andrea Marcucci e Laura Cantini, primi firmatari di un ddl finalizzato ad istituire le unioni civili per le coppie gay, dicevano: «La proposta che la commissione Giustizia dovrà licenziare in tempi brevi è ragionevole perché crea un nuovo istituto, che non é il matrimonio, ma che garantisce i medesimi diritti economici per le coppie dello stesso sesso. Inoltre viene recepita la steepchild adoption e vengono riconosciuti diritti di civiltà per i conviventi. La relatrice ha fatto un ottimo lavoro di sintesi e ci ha consegnato un testo che ci riporta in Europa», «L’obiettivo è di approvare definitivamente le unioni civili entro la fine dell’anno. Il testo della relatrice Monica Cirinnà colma un vuoto legislativo non più sopportabile. Il Parlamento deve fare in 6 mesi ciò che non ha fatto in 8 anni». Poi quel ddl fu messo da parte per favorire il testo del Governo. Ma fatto sta che la fine dell’anno è alle porte, ma ancora le Camere non hanno approvato nessuna legge che possa segnare una svolta per i diritti civili delle coppie gay ed etero.
FIDUCIOSA - Il 7 ottobre la vice-segretaria del Partito Democratico Debora Serracchiani rispondeva così al ministro dell’Interno Angelino Alfano: «Alle domande in materia di diritti civili non si risponde a colpi di circolari». «I diritti civili non sono un problema burocratico, ma un’esigenza della nostra società di cui la politica deve farsi carico: sono convinta che nel disegno di legge depositato in Senato vi sia una risposta adeguata». «Ho fiducia che l’approvazione entro fine anno di quel testo metterà fine a molte polemiche, più o meno strumentali, e porterà il Paese a un livello europeo di civiltà». Peccato che il 2015 stia per arrivare ma la situazione non sia cambiata.
NON È UNA BATTUTA? - Non ha mai parlato di una scadenza temporale il presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico Matteo Renzi. Il quale, però, il 10 ottobre a margine dell’inaugurazione di uno stabilimento della Philip Morris a Zola Predosa disse che sulle unioni gay «faremo una legge» e che «non è una battuta ma la verità». Ad oggi sembra il solito annuncio finalizzato a sé stesso. Il 22 settembre il sottosegretario Pd alle Riforme Ivan Scalfarotto ospite di un programma radiofonico disse: «Meglio le unioni civili oggi che i matrimoni gay tra 20 anni. Penso che entro un anno riusciremo a farle». Essendo passati meno di tre mesi dalla sua dichiarazione, Scalfarotto fa ancora in tempo a mantenere la sua promessa. Ma certo è che se non si sbriga, anche lui rischia di dover fornire delle spiegazioni a chi gli ha creduto.
SI PUÒ FARE - Qualcuno dirà: all’interno della maggioranza di Governo non tutti sono d’accordo nel fare una legge che garantisca i diritti civili alle coppie gay. Vero, il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano sembra non essere disponibile. In compenso in aula ci sono altre forze politiche che appoggerebbero il Partito Democratico qualora dovesse presentare una proposta in tal senso. Innanzitutto ci sono i deputati e senatori di Sinistra, Ecologia e Libertà. E poi c’è il Movimento 5 Stelle. Ancora non è chiaro come la pensino i pentastellati su questa specifica tematica, ma la maggior parte dei parlamentari dovrebbero essere favorevoli. E non è escluso che anche qualche esponente di Forza Italia possa dare il suo sostegno. Che cosa aspettano, dunque, gli esponenti del Pd a mantenere la propria parola?
Giacomo Cangi
foto: pdbadolato.it; newsgo.it
Nel frattempo la società civile si è mobilitata con una campagna Social su per chiedere #ugualidiritti su Facebook.com/UGUALIDIRITTI.