Dimissioni di massa: la mossa dei grillini?

I grillini starebbero pensando a un gesto clamoroso: dimissioni in blocco dopo la sentenza della Consulta. Ma c'è chi preferirebbe l'affondo sul Quirinale

grillo napolitano

La nuova idea grillina: dimissioni di massa. Ma rimane la linea dello stato d’accusa su Napolitano

Roma – L’indiscrezione arriva dal Corriere della Sera ed è di quelle che fanno saltare sui tavoli: i parlamentari grillini potrebbero dimettersi una volta che la Corte costituzionale avrà reso note le motivazioni della sentenza con cui ha bocciato la legge elettorale di Calderoli. Le dimissioni di massa, dunque, tornano sulla scena come possibile strumento di lotta politica.

ROTTURA – Il Corriere è molto chiaro nell’avanzare questa ipotesi: si tratterebbe di un «gesto di rottura estremo» che, come scrive Emanuele Buzzi, sarebbe un gesto di coerenza con quanto fin qui sostenuto da Beppe Grillo e dai suoi parlamentari nell’aggressiva campagna mediatica contro gli altri parlamentari. Illegittimi loro, illegittimi tutti, dunque.

ILLEGITTIMITÀ – Il nodo rimane quello della contestazione di legittimità ai parlamentari eletti con il Porcellum: «Nel caso in cui dalle motivazioni della Corte dovesse trasparire che il Parlamento è illegittimo, le dimissioni di tutti i deputati e senatori del Movimento sarebbero a mio avviso un atto radicale e coerente», scrive sempre Buzzi, riportando le parole di Paolo Becchi, un docente universitario molto vicino al movimento grillino.

LA CONVINZIONE – Non tutti sono concordi con la trategia delle dimissioni, però; il dubbio serpeggia sia tra i parlamentari – non tutti pronti a rinunciare al sudato incarico, di certo, non senza che vi rinuncino anche i colleghi degli altri partiti – sia tra i vertici del Movimento.  Il dubbio su queste dimissioni, infatti, sarebbe materia anche per Gianroberto Casaleggio, uno dei due dominus del partito: «La conseguenza di un atto simile «sarebbe solo quella di far subentrare i primi non eletti alle Politiche, meglio puntare sull’impeachment nei confronti di Giorgio Napolitano» riporta infatti il Corriere, facendo parlare un deputato a cinque stelle.
Proprio la messa in stato d’accusa di Napolitano, prosegue il Corriere, sarebbe la carta da giocare nei prossimi giorni, puntando sull’appoggio dei berlusconiani, che stanno usando Napolitano come principale nemico, catalizzando su di lui l’ira popolare. Una tecnica che con l’Imu – nonostante fosse stata votata dal Pdl non meno di Napolitano – aveva fruttato voti.

Andrea Bosio
@AndreaNickBosio

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