
Dimagrire grazie all’ embolizzazione delle arterie dello stomaco
Dimagrire è per molti un’impresa davvero difficile. Tanto da pensare di dover ricorrere alla chirurgia per ottenere i risultati tanto desiderati. Secondo uno studio presentato in occasione della Society of Interventional Radiology questa potrebbe davvero essere la soluzione in grado di curare l’obesità. L’intervento in questione prevede la chiusura delle arterie dello stomaco. La ricerca è stata fin’ora condotta sugli animali ed è tutto sommato prematuro considerarla una soluzione applicabile anche sull’uomo, anche se i ricercatori sono molto ottimisti al riguardo. Secondo questi ultimi infatti , molto presto sarà possibile curare l’obesità con una procedura mininvasiva, in grado di eliminare la produzione di grelina, il cosiddetto ormone della fame.
In merito sono stati condotti due studi: il primo è stato realizzato presso la Duke University e prevede l’embolizzazione bariatrica di alcune arterie dello stomaco. Nello specifico questo significa che le arterie che irrorano delle porzioni dello stomaco, vengono chiuse tramite un catetere, in modo da privarle del flusso di sangue; in questo modo si riuscirebbe a intervenire su quelle zone nelle quali viene prodottala grelina, in grado da sola di stimolare la fame.
Il dottore Charles Kim, il radiologo responsabile della ricerca ha spiegato:
«L’embolizzazione viene utilizzata da tempo in medicina. Noi l’abbiamo impiegata per bloccare o quantomeno ridurre il flusso sanguigno in una piccola area dello stomaco che si suppone coinvolta nella produzione della grelina.»
Questa prima ricerca è stata condotta come già accennato, sugli animali e gli scienziati hanno potuto osservare dopo l’intervento di embolizzazione, un calo nella produzione di grelina, associato alla riduzione dell’appetito e conseguentemente anche del peso. Gli esperti confermano che questo intervento potrebbe essere effettuato anche sull’uomo e consentirebbe di diminuire il senso di fame, il tutto facendo un’operazione molto meno rischiosa rispetto alla chirurgia bariatrica standard.
Il secondo studio che ha trattato questo tema, è quello condotto dalla Johns Hopkins University di Baltimora e coordinato dal radiologo Clifford Weiss; per questo intervento al posto del catetere sono state usate delle perline che sono state sistemate nelle arterie in modo tale da occluderle. Queste possono essere viste anche ai raggi X, in modo da poter tenere sottocontrollo la loro effettiva posizione, per poter successivamente intervenire in un secondo momento.
La sicurezza a lungo termine di queste perline è ancora sotto osservazione , ma se venisse confermato il loro impiego, potrebbero essere usate non solo nell’embolizzazione bariatrica, ma anche in altre procedure di embolizzazione, come per il trattamento di masse benigne dell’utero o per quello di tumori epatici.
Sara Mariani