
Di Pietro: adesso Tonino vuol diventare centrista
Roma – E pensare che i maligni ironizzano sulla sua intelligenza: “Tonino, scarpe grosse e cervello molto fino”. Invece, il leader dell’IDV, Antonio Di Pietro, avrà pure i piedoni ma è anche dotato di un invidiabile acume.
La prima volta che tutti – detrattori e sostenitori – se ne sono resi conto è stato pochi giorni fa alla Camera, quando Tonino si è lasciato avvicinare dal premier Silvio Berlusconi e i 2 si sono fatti riprendere in armonioso confabulare tra i banchi di Montecitorio come vecchi camerati che ricordano la stessa guerra combattuta dalle opposte trincee. Così era. Loro erano i generali e la guerra era l’antiberlusconismo. Ora tutto sta cambiando.
Oggi, si è a raccolto il Congresso nazionale del Pdl e Angelino Alfano è stato insignito della carica di nuovo segretario del partito. Lui sarà l’anima che guiderà i destini futuri della coalizione da qui in avanti. Berlusconi, dunque (indipendentemente da quale sarà la data di scadenza dell’Esecutivo), si sta a poco a poco tirando fuori dalla politica. Si vedrà poi quanto ne vorrà o potrà stare lontano. E Di Pietro?
Tonino – Scarpe Grosse ha già il suo piano, ormai, stranoto: riqualificare la propria immagine, riaccreditandosi tra l’elettorato centrista, a lui di solito più distante, come papabile figura moderata di una coalizione centrosinistrossa, più al centro che a sinistra. Insomma, l’ex pm di Mani Pulite, antiberlusconiano arrabbiato vuole cambiare pelle. Diversamente, sparirebbe affossato dal Sel di Nichi Vendola, già in vista di primarie con il Pd di Pier Luigi Bersani.
Ora, per realizzare il proposito, Tonino ha sfoderato un’arma sempre buona: l’alternativa di Governo. Ne parla sempre e c’è da credere che diverrà il suo prossimo leit motiv, come per vent’anni lo sono stati gli attacchi personali a Berlusconi.
La prima volta che Di Pietro ha tolto la sicura al fucile è stato, una settimana fa, per sparare contro Bersani accusato di non offrire alternanze credibili, sottolineando di non essere mai stato chiamato ad esaminare piani programmatici con il Pd. Corretta osservazione ed il perché è chiaro: Bersani e Vendola stanno intavolando da tempo una nuova riorganizzazione del partito che inglobi anche il Sel, cioè Nicolino (le cui quotazioni sono in salita dopo la vittaria di Pisapia a Milano). Che la frittata con orecchino in casa Pd possa costituire un’alternativa è tutto da dimostrare, certo è che Tonino non è stato invitato al bouffet.
L’uomo, però, non si arrende. Un paio di giorni fa, da Bruxelles, l’ex pm ha lanciato un messaggio al Terzo Polo ‹‹Voglio creare un’alternativa a questo potere usato per la casta di quelli che stanno troppo bene contro quelli che stanno male, ma c’è questo errore di fondo di pensare che debba essere solo di sinistra: invece deve essere moderna e deve comprendere anche la sinistra››.
Possibile traduzione dal politichese maccaronico alla Totò-Tonino. L’appello è rivolto soprattutto al leader UDC, Pier Ferdinando Casini. Quest’ultimo, in effetti, è rimasto piuttosto seccato per il mancato capitombolo del Governo post bastonata referendaria ed il secco “no” di Bersani all’ipotesi di un Governo tecnico o di larghe intese o che dir si voglia. Casini ci sperava. Avrebbe potuto avvicinarsi di un passo al Quirinale al quale tanto anela.
Il Toninopensiero, dunque, è più o meno il seguente: raccogliere la delusione di Pierfendy insieme a Pierfendy per avvicinarsi all’elettorato di area moderata fin dalle prossime primarie. Tanto più che il Terzo Polo è già un fritto-misto di tendenze e simpatie: Casini sogna il ritorno della vecchia DC mentre Francesco Rutelli, ex Radicale, ex Verdi, ex Margherita ed ex Pd, ora leader API, segue il suo uomo Bruno Tabacci, neoassessore al Bilancio nella Giunta del radical-chic-pacifista Pisapia (Sel).
Dal menù dei fritti-misti mancherebbe solo il Fli dell’ex Msi, ex An, ex Pdl, tra poco anche ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, che però, ormai, è più fritto che misto ed elettoralmente non vale una cicca.
Per la cronaca oggi su Il Fatto Quotidiano, Tonino replica il refrain ‹‹Io voglio lavorare per creare un’alternativa secca al berlusconismo e voglio farlo all’interno di una coalizione di centrosinistra di cui pero’ vorrei condividere (e soprattutto far condividere dai cittadini) programma e responsabilità››.
Come finirà? Chissà. Certo è che sarà dura imbrigliare Casini, senza contare che le ammucchiate sinistre non hanno mai goduto di longevità. Tuttavia, il cervellotico Tonino merita un augurio di buona fortuna: solo gli spiriti sagaci capiscono quando è arrivato il momento di cambiare. Solo gli audaci provano a farlo.
Chantal Cresta
Foto || ansa.it