
Dall’Italia all’Africa, il viaggio capovolto di una migrante al contrario
Aggiunto da giulia.masperi il 14/06/2010.
Tags della Galleria Cultura e Spettacolo, Letteratura, Primo piano
Tags: africa, Apartheid, Athol Fugard, Epoché, Il viaggio capovolto, LIBRI, migrante., mondiali di calcio, Nairobi, slum, sud africa, Valentina Acava Mmaka, Zanzibar
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L’Africa oltre gli stereotipi nel nuovo libro della scrittrice italo-sudafricana
di Giulia Masperi
“La cosa migliore che possa capitare a un romanziere è nascere in Sudafrica” scrive il drammaturgo Athol Fugard citato da Valentina Acava Mmaka, autrice di Il viaggio capovolto (Epoché, 154 pp., € 13, 50). E lei, che in Sudafrica è cresciuta, e che dal primo allontanamento a 14 anni ha visto nascere la sua vocazione di scrittrice, racconta in queste pagine cariche di vita la propria scelta di “migrante al contrario”.
Al contrario dei flussi migratori che dall’Africa giungono ogni giorno in Italia, Valentina Acava Mmaka ha infatti scelto, insieme alle sue tre bambine, di lasciare il Belpaese per il continente africano. Spinta da motivazioni artistiche e personali, ci restituisce un continente ancora poco conosciuto, l’Africa dell’inatteso, che prende forma tra le pagine nei ricordi di un’infanzia vissuta nell’apartheid, nelle magie nascoste ai turisti di Unguja (nome swahili di Zanzibar) come negli slum di Nairobi, dove a parte qualche prete Valentina è l’unica bianca ad aver messo piede.
Oggi che tutti i riflettori sono puntati sul Sudafrica dei Mondiali di Calcio, leggere Il Viaggio capovolto è come viaggiare on the road insieme all’autrice, sempre pronti all’imprevisto, ma sempre consapevoli che l’imprevisto è parte necessaria del percorso, che a sua volta è solo una delle molteplici tracce che si può scegliere di seguire, guidati dal binomio di libertà e responsabilità che ci appare come il più grande insegnamento di una terra in perenne movimento. Proprio come il cielo di Johannesburg che accoglie Valentina al suo ritorno: “Il colore del cielo sudafricano sembra finto, come la miscela creata dalle abili mani di un pittore. Difficile trovare un nome per un colore così mutevole in sfumature. Sapevo di trovarmi a casa, volevo pensare che quel cielo si fosse vestito dei suoi colori più inediti perché ero tornata.”