Una cultura 21 capitali, Palermo e l’opportunità che merita

cultura Teatro Massimo, Palermo (www.giuseppelabua.it/)

Teatro Massimo, Palermo (www.giuseppelabua.it)

Roma - Parlare di Palermo, diceva qualcuno, è come parlare di una donna dalla bellezza disarmante che però ha una ferita sul volto che la sfigura; inizialmente questa ferita suscita ripudio, ma con il tempo si comprende che è proprio la grande ferita sul volto a darle quel fascino intenso. Questa grande, caotica ed estremamente peculiare città del Sud Italia si candida ad essere la “Capitale Europea della Cultura 2019. Palermo di cultura non ci vive, probabilmente non ci riuscirebbe, Palermo la cultura, anzi le culture, le vive.

STORIA E CULTURA
Situata a Nord della più grande isola del Mediterraneo, la Sicilia, Palermo fu abitata fin dal neolitico e fu fondata dai Fenici. I greci e i cartaginesi provarono ad averla, ma furono i Romani a lasciare la prima grande impronta. Poi venne il medioevo con gli arabi che lasciarono splendore e i normanni che non seppero distruggerlo; grazie a loro oggi possiamo ammirare lo splendido Castello della Zisa, la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti e la Chiesa della Martorana, tre esempi delle principali culture che attraversarono Palermo nel medioevo, quella arabo-normanna e quella bizantina. In seguito vennero gli odiati angioini poi cacciati dalla “Rivolta del Vespro”, vero atto di orgoglio del popolo siciliano. Aragonesi, Asburgo di Spagna e Borboni furono le diverse dinastie spagnole che segnarono l’Età moderna palermitana, tra fasti ed estrema povertà. Anche inglesi e tedeschi investirono in città; la famiglia Whitaker nell’800’ fu una delle protagoniste dell’età dell’oro palermitana che vide il fiorire dello stile Liberty nelle architetture pubbliche e private; il Teatro Massimo o il Grand Hotel Delle Palme ne sono un esempio. La famiglia Florio in quegli anni fu la più stimata delle famiglie dell’alta borghesia locale ed ebbe anche una forte rilevanza nei regni peninsulari.
Poi la storia nazionale, fatta dai garibaldini, ma anche da quel secondo Stato o sistema alternativo che, nato per proteggere, è diventato la rovina della città e del sud intero: la mafia. Da sempre dominata da popolazioni straniere che le hanno dato lustro e vergogna, orgoglio e decadenza, la città è sempre stata dominata e ha vissuto pochi momenti di orgoglio in quella che può esser vista come l’età contemporanea. Dall’Unità d’Italia ad oggi lo Stato italiano ha cambiato Palermo e la Sicilia tutta, ma non ha mai affrontato ed accettato fino in fondo le differenze che nel bene e nel male dividono e uniscono Palermo a Roma. Negli ultimi vent’anni un declino senza sosta ha attraversato il capoluogo che, nel 1130, ospitò il primo parlamento in Europa voluto da Ruggero II.

OBIETTIVO RINASCITA

Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Placido Rizzotto, Boris Giuliano sono solo alcuni personaggi che hanno fatto la storia contemporanea di una Palermo che non si arrende a una cultura mafiosa che troppo spesso le ha tagliato le ali per spiccare il volo. La rinascita appunto è l’obiettivo che Palermo si pone per il futuro, ma per farlo bisogna partire dal presente, oltre che riscoprire il passato. Un presente che vede l’associazione Addiopizzo aiutare 835 negozianti che hanno detto no alle imposizioni mafiose; associazioni come Mobilita Palermo che lottano per una Palermo finalmente libera dal traffico, che la attanaglia quotidianamente come il film Johnny Stecchino mostrò agli italiani negli anni 90’, dall’inquinamento e più a misura d’uomo. L’associazionismo, vero punto di forza delle società democratiche, sta prendendo sempre più piede; dalla cultura ai problemi sociali, dalla cura del verde pubblico alla lotta ai parcheggiatori abusivi, la società civile sta provando a riprendersi la città e questo sforzo va apprezzato, e agli occhi del comitato organizzatore anche premiato.

CIBO E PAESAGGI

C’è tanta cultura anche nel cibo di strada, così detto “street food” per il quale Palermo non è seconda a nessuno in Europa; così dice la rivista Forbes e i milioni di turisti intervistati in tutto il mondo, i quali piazzano Palermo al quinto posto a livello mondiale. Il contesto nel quale il cibo viene venduto e si consuma è sicuramente importante e in questo i tre mercati storici di Palermo, Ballarò, la Vucciria e il Capo devono con il loro mix di sapori e culture davvero unico giocano un ruolo di primo piano.
La città possiede uno straordinario potenziale paesaggistico oltre che culturale. La pianura sulla quale è fondata, chiamata un tempo Conca d’Oro per i suoi aranceti, è circondata da Monti che segnano l’orientamento ai cittadini, uno su tutti Monte Pellegrino. Descritto dallo scrittore tedesco Johann W. Goethe come il più bel promontorio del Mondo, il monte ospita la cripta della Santa Patrona di Palermo, Santa Rosalia, festeggiata dai palermitani il 15 luglio con processioni e festeggiamenti. Dal Monte, oltre al panorama urbanizzato, vi è una splenda vista del caraibico mare cittadino, protagonista del territorio e poco valorizzato, nonostante la presenza della Riserva di Capo Gallo e del mare “dei palermitani”, la famosa Mondello.

cultura Fontana della vergogna, Piazza Pretoria Palermo (tuttolionssicilia2013.wordpress.com)

Fontana della vergogna, Piazza Pretoria Palermo (tuttolionssicilia2013.wordpress.com)

PERCHE’ CAPITALE?

Perché Capitale della Cultura Europea? Il passato multiculturale e il paesaggio non bastano e, se si guarda al presente, ci si accorge che Palermo, come dice il suo assessore alla cultura Francesco Giambrone, “ospita in armonia 125 etnie diverse” e che pochi giorni fa è stato eletto il primo Presidente della Consulta delle Culture Adham Darawsha, medico di 33 anni Palestinese, che avrà il compito di rappresentare le diverse culture presenti in città.
La voglia di riscatto della Palermo civile si scontra però tutt’oggi con una dura realtà. Palermo è oggi una città dove vi sono enormi carenze infrastrutturali in termini di trasporto pubblico, gestione dei rifiuti, strutture sportive, depurazione delle acque, strutture cimiteriali. I mercati storici seppur ancora vivi e straordinari sono in decadenza e per il grande centro storico vi è ancora tanto da fare. Per questo motivo, oltre alle opere pubbliche attese da decenni già in corso d’opera come la realizzazione del tram nei quartieri periferici e il rinnovamento della rete elettrica e fognaria, il comitato organizzatore ha inserito nel documento ufficiale di candidatura, investimenti per 376 milioni di Euro dei quali la metà sono già disponibili. Alla candidatura come Capitale della Cultura, l’amministrazione ha voluto candidare la città anche come Capitale Europea dello Sport 2016, ma questo è un altro capitolo di cui magari in futuro scriveremo.
Non è facile sintetizzare in poche righe il perché una città dalle mille contraddizioni come Palermo dovrebbe o no essere Capitale Europea della Cultura. Sicuramente la città meriterebbe una opportunità di dimostrare quanto vale all’Europa, quella che la storia forse non le ha mai dato.

Domenico Pellitteri

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