
Creato il primo telefono senza batteria: ecco come funziona
I caricabatteria degli smartphone: le catene del ventunesimo secolo. La dipendenza da interattività e iper connettività dell’era 2.0 ci impedisce di fare a meno degli svariati dispositivi elettronici oggi in circolazione. (S)fortunatemente esiste lei, la batteria, l’unica capace di imporci dei limiti; l’unica capace di costringerci a centellinare le energie del cellulare; la sola capace di regolare il nostro grado di (im)potenza a seconda della percentuale visibile sullo schermo. Prevedibilmente, dunque, il sogno del cellulare dipendente contemporaneo sarà quello di possederne uno in grado di funzionare senza la batteria. È presto fatto. I ricercatori dell’Università di Washington hanno infatti tentato di realizzare tale desiderio creando un telefono che ricava energia dalla luce e dalle radiazioni elettromagnetiche dell’ambiente circostante.
OBIETTIVO RAGGIUNTO – Il progetto di ricerca di un telefono in grado di autoalimentarsi ha dato alla luce un primo prototipo funzionante. Date le funzionalità limitate – ricezione e invio di telefonate – il dispositivo più che apparire innovativo, risulta addirittura quasi preistorico. In verità, l’evoluzione tecnologica ha vinto ancora una volta. L’obbiettivo prefissato, ovvero quello di riuscire a ideare un sistema di alimentazione alternativo per sostenere l’obbligatorio processo di conversione del segnale audio analogico in informazioni digitali, è stato di fatto raggiunto.
FUNZIONALITA’: PRO E CONTRO - Il progetto è stato realizzato utilizzando semplicemente componenti elettronici standard implementati su un circuito stampato. Per operare correttamente, il telefono non può allontanarsi troppo da una base trasmittente, pena il decadimento del segnale. È un meccanismo che, come spiegato da Shyam Gollakota, professore presso la Paul G. Allen School of Computer Science & Engineering dell’Università di Washington, è molto energivoro ed è in grado di impattare sensibilmente sui consumi di un cellulare. Sfruttando le onde radio provenienti dalla base di comunicazione e l’energia della luce ambientale catturata da fotodiodi grandi come un chicco di riso, gli scienziati sono riusciti a effettuare telefonate allontanandosi anche 15 metri dalla stazione. Altro inconveniente, oltre alla presenza della base ricetrasmittente, è dato dal fatto che, al momento, il device funziona più come un walkie-talkie che come un normale cellulare: non è infatti possibile parlare in contemporanea, ma per attivare la comunicazione è necessario schiacciare un pulsante mentre l’altra persona rimane in ascolto.
SI USERA’ MAI? – Ovviamente, trattandosi di un prototipo non è possibile pensare a un lancio commerciale imminente del dispositivo. Anche se «In futuro questa tecnologia potrebbe trovare posto nelle torri dei ripetitori o anche nei router wireless – ha spiegato Vamsi Talla- E se ogni casa dispone di un router Wifi allora i cellulari senza batteria avranno copertura ovunque».
Antonietta Mente
@AntoMente