ControMafie, lottare insieme per la vita

Si sono aperti gli Stati Generali dell’Antimafia, una tre giorni per avanzare idee, percorsi e proposte per un rinnovato impegno nella legalità

contromafie_grRoma – Centinaia di ragazzi, di volontari, di persone che fanno della loro battaglia contro le mafie un inno alla dignità e libertà dell’uomo. Storie difficili da ascoltare e raccontare quando un proiettile per sbaglio colpisce un piccolo innocente o quando si perde un padre per colpa di un pizzo non pagato. Questa è la realtà che vive “Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” che, grazie all’impegno del suo fondatore, don Luigi Ciotti, e tutti gli associati, si batte per sconfiggere le mafie e promuovere la legalità e la giustizia.

Gli Stati Generali dell’Antimafia, dal 23 al 25 ottobre 2009, rappresentano un momento unico di incontro e scambio di esperienze per quanti combattono l’illegalità in tutte le sue più piccole sfaccettature. Percorsi condivisi da chi ha deciso di “essere contro” tutte le mafie e la corruzione, da chi ha scelto di “essere per” la libertà e la speranza. Un cammino che vuole educare e informare la società civile e che lotta contro la corruzione, l’usura e il crimine. Spesso ribellandosi ad un sistema sordo e contaminato nel profondo.

don Ciotti

don Ciotti

“Dobbiamo – ha detto don Ciotti – capire se abbiamo rispettato gli impegni presi. Il rischio di una società rinchiusa nell’individualismo, povera di valori e ostile alle regole, con un sempre minor senso della legalità, è anche una nostra responsabilità”. Questi sono alcuni degli ostacoli da rimuovere,  delle barriere culturali che solo la mobilitazione collettiva e l’impegno civile possono abbattere. Perché, come disse il fondatore del pool antimafia di Palermo, Nino Caponnetto, “la mafia teme la scuola più della giustizia”. Una frase che don Ciotti cita per ribadire come solo l’istruzione e l’educazione siano la terapia più efficace contro un male ancora presente e diffuso.

E l’impegno spesso nasce da una memoria condivisa, fatta di racconti, di esperienze e, purtroppo, tragedie. Storie di eroi e di gente comune, vite spezzate per errore o per uno spietato calcolo di interessi. Comunque sempre per una scelleratezza incontrollata.

E’ il caso di Margherita Asta che, il 2 aprile 1985, ha perso 2 fratelli, Salvatore e Giuseppe, e la mamma, Barbara Rizzo, nell’attentato mafioso di Pizzolungo contro l’allora sostituto procuratore Carlo Palermo. Ora lei è responsabile di Libera per i comuni di Trapani ed Erice e porta avanti la sua causa senza mai perdere l’entusiasmo. “Qui c’è tanto da fare. Quello che dico sempre è di svegliarci dal torpore che dilaga e riuscire a dire basta”, racconta Margherita. “La voglia di impegnarsi nel mio territorio si registra di continuo, il che vuol dire che effettivamente ci vogliamo provare. Noi cerchiamo di coinvolgere la popolazione nei nostri progetti e, quello che emerge dalle iniziative che svolgiamo, è che non è vero che la gente è disinteressata”.

Vincenzo Agostino con sua moglie

Vincenzo Agostino con sua moglie

C’è anche però chi ha deciso di spendere tutta la propria vita alla ricerca di una verità che dal 1989 tarda ad arrivare. E’ la storia di Vincenzo Agostino, simbolo di tutti i familiari delle vittime di mafia. Suo figlio, il poliziotto Antonino Agostino, 28 anni, venne ucciso a Villagrazia di Carini insieme alla moglie, Ida Castellucci, 19 anni, incinta di 5 mesi. Su questa strage è stato opposto alle indagini il segreto di Stato, ed è questa lunga barba bianca, che non taglia dalla perdita del figlio, a rappresentare l’estenuante via crucis di quest’uomo. Una serie di misteri che si fanno più fitti dopo che il pentito Oreste Pagano disse che la mafia aveva ucciso un poliziotto e la moglie perché avevano scoperto i collegamenti fra le cosche ed alcuni componenti della questura. “C’è un filo conduttore tra mafia e politica – racconta Vincenzo – e molti sanno, pur rimanendo in silenzio. Io chiedo che chi sbaglia, politico o non politico che sia, deve pagare. Io e mia moglie cerchiamo giustizia, e nostro figlio ci aveva scritto dove andare a cercare questa verità, ma hanno fatto sparire i suoi appunti. Perché? Chi è stato? Chi è che sa e non parla? – si sfoga il signor Agostino – Qui ci sono menti raffinatissime, colletti bianchi che rimangono dietro le quinte. Noi italiani dovremmo chiedere di fare luce su queste vicende e mandare a casa queste mele marce”.

E poi c’è la storia di Stefania Grasso, figlia di un piccolo imprenditore di Locri assassinato nel 1989 perché avevo detto no al pizzo. “Mio padre era convinto che per essere felici bisognava comportarsi bene”, dice Stefania. “Io vorrei far capire cosa significa crescere senza un padre, vorrei raccontare come per noi familiari di vittime di mafia ogni giorno della vita sia una battaglia. Subiamo delle discriminazioni e siamo costretti a rivendicare delle cose che dovrebbero essere scontate. Ma – continua – preferisco raccontarvi di quei famigliari impegnati nella lotta. Che nei momenti liberi incontrano i ragazzi nelle scuole, e che invece di andare in vacanza decidono di investire il loro impegno nell’associazione”.

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Ognuna delle persone che si sono date appuntamento a ControMafie ha qualcosa da dire, da raccontare. Non per suscitare pietà o compassione, ma per spiegare a tutti una realtà spesso comprensibile solo a chi ha una piena consapevolezza del fenomeno. Un esempio unico per sconfiggere l’egoismo e l’indifferenza, per non essere complici di un sistema che opprime.

Perché, come disse Paolo Borsellino: “La lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale dell’indifferenza,delle contiguità e quindi della complicità”.

Pino Maniaci, giornalista di Telejato

Pino Maniaci, giornalista

Gruppo di Libera

Gruppo di Libera

Giancarlo Caselli

Giancarlo Caselli

Walter Veltroni

Walter Veltroni

Prodotti realizzati dalle terre confiscate alla mafia

Prodotti terre confiscate

don Ciotti

don Ciotti

Rappresentanti delle istituzioni

Rappresentanti delle istituzioni

Libri contro la mafia

Libri contro le mafie

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