Confronto Pd: il podio della serata

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Gianni Cuperlo (biografieonline.it)

Un anno fa, quando Bersani, Renzi, Vendola, Puppato e Tabacci si resero protagonisti di un confronto televisivo all’americana, l’atmosfera era molto diversa rispetto ad oggi. C’era un clima teso e carico di aspettative perché quella sera si scontrarono due generazioni diverse (Bersani e Renzi) ma anche due modi opposti di intendere la sinistra (Renzi e Vendola). Inoltre, tutti pensavano che uno di quei cinque sarebbe diventato presidente del Consiglio. Le cose, però, andarono diversamente. Oggi invece, tutti già danno per scontato chi sarà il prossimo segretario del Partito Democratico e la sfida non appassiona quasi nessuno. Questo non significa però che il confronto di questa sera fra Renzi, Cuperlo e Civati non sia stato interessante. Anzi, forse ha anche lanciato una rimonta clamorosa. Ecco lo speciale podio del confronto Pd di questa serata.

Terzo posto: Gianni Cuperlo
Il candidato di D’Alema è quello che fino ad oggi ha dimostrato di essere il meno adatto ai tempi televisivi. E durante la serata lo conferma. Non è incisivo quasi mai. Si salva quando ricorda i parlamentari che hanno doppi o tripli incarichi, attaccando Civati e Renzi di eccessiva timidezza sulla patrimoniale, ricordando il problema degli esodati, e citando Enrico Berlinguer, tentando così di mostrarsi come il vero candidato di sinistra. Prova ad attaccare Renzi che però sul sistema presidenziale gli risponde per le prime («Non mi mettere in bocca parole che non ho detto»). La scena emblematica che rappresenta benissimo il personaggio è la risposta alla domanda su Maastricht. Dei tre è quello che dà la risposta più tecnica e da persona competente, ma non riesce a far passare il messaggio. In breve, se non avesse il sostegno della vecchia dirigenza, rischierebbe di prendere meno voti di Pittella e Tabacci, anche se è più preparato di molti altri.

Secondo posto: Matteo Renzi
Secondo i pronostici, doveva stravincere il confronto e mettere la parola fine alla corsa alla segreteria. La notizia è che non ci è riuscito. Forse non se lo aspettava, ma Civati lo affronta a viso aperto fin da subito senza esclusione di colpi. Il sindaco parte male dicendo che il Governo deve ridare speranza (una vera e propria supercazzola) e, sulle privatizzazioni, che bisogna cambiare il modo di concepire l’economia. Va bene, ma che vuol dire concretamente? Mistero. Alla terza domanda si accorge che Civati è in serata e ritorna sulle privatizzazioni criticando l’esecutivo di Letta. Ricorda che la sinistra non deve essere subalterna a Berlusconi e sulla spending review dice che da sindaco sa come funzionano le cose. Tenta così la rimonta, ma non ci riesce. Sul lavoro è molto vago e parla generalmente di un jobs act che però non si sa cosa sia, mentre Civati parla della riforma degli ammortizzatori sociali. Si rifà citando la terra dei fuochi e dicendo che prima di fare la patrimoniale lo Stato deve dare il buon esempio, ma poi sul Governo Letta non si capisce come la pensa. Gli dà la sufficienza però poi dice che le cose le deve fare e non rimandare. Si dovrebbe chiarire le idee. Sulle unioni gay fa un autogol pazzesco essendo l’unico a non parlare di matrimonio e rimedia solamente in parte citando la legge sull’omofobia. Sulla legge elettorale è quello che manda il messaggio più chiaro di tutti sostenendo che la cosa più importante è la governabilità, ma poi perde di nuovo punti quando sul suo pantheon mette due personaggi che la maggior parte degli italiani non conosce. Insomma, il candidato più televisivo, forse per la prima nella sua carriera politica, non ha vinto un dibattito. Se nei prossimi giorni tenterà di rimediare attaccando Civati durante i suoi comizi, non ci sarà da stupirsi.

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Pippo Civati (biografieonline.it)

Primo posto: Pippo Civati
Per il deputato lombardo classe 1975 era l’ultima occasione per tentare di rubare voti agli altri due. E ha centrata questa opportunità alla grande. Sorprende tutti “bucando lo schermo” in maniera incredibile. Tiene testa alla star televisiva Matteo Renzi per quasi tutto l’incontro, cosa che nessuno si sarebbe immaginato. L’unico momento in cui è in imbarazzo rispetto a Renzi è quando deve ammettere che il suo stipendio è quasi il doppio del sindaco di Firenze. Per il resto, fin dalla prima domanda prende le distanze dagli altri (non detta condizioni al Governo Letta ma vuole solamente fare la legge elettorale per poi tornare a votare in primavera). È furbissimo a ricordare l’esito del referendum sull’acqua (quel bacino di voti è vastissimo). Quando si parla di Berlusconi è l’unico a ricordare che non solo non crede alla fine della sua era ma che lui non si fida neanche di Angelino Alfano. Cerca continuamente di recuperare i voti dal Movimento 5 Stelle, come quando ricorda l’esigenza di un reddito minimo e critica il Governo per aver abolito l’Im. Ma tenta anche di riprendersi i voti dei delusi del Pd, e lo fa quando dice di voler compiere un’indagine sulla vicenda dei 101 franchi tiratori che affossarono Prodi ma anche dando l’insufficienza al Governo Letta. Non solo, è anche l’unico che voterebbe la sfiducia alla Cancellieri (Renzi se la cava dicendo che vuol cambiare l’Italia e non i ministri mentre Cuperlo sostiene che non si sfiduciano i ministri del proprio Governo). In occasione della domanda sulle unioni e adozioni gay arriva a scontrarsi frontalmente con il sindaco di Firenze sostenendo che bisogna dire parole chiare e non «civil partnership». In occasione di quella domanda, inoltre, è l’unico a usare una parola che in teoria dovrebbe essere alla base di un partito di sinistra: laicità. È efficacissimo quando sostiene che non bisogna più inseguire i moderati, tentando di rubare un po’ di voti “di sinistra” a Cuperlo. Durante l’appello finale fa un appello ai ventenni. Forse è stato solo un modo per ingraziarsi il voto dei Giovani Democratici (la giovanile del Pd) e degli OccupyPd, ma in ogni caso è stato un appello efficace. In definitiva, per Civati è stato un successone che potrebbe aprire scenari a dir poco interessanti. Come una clamorosa sorpresa quando l’8 dicembre sera verranno letti i risultati.

Infine una critica al conduttore e alla redazione di Sky che ha organizzato l’incontro. Una domanda su come fronteggiare la criminalità organizzata bisogna farla. Forse se lo sono scordati, ma in Italia ci sono Cosa Nostra, la ‘ndrangheta e la sacra corona unita, e il primo impegno della politica dovrebbe essere fare la guerra a questi fenomeni.

Giacomo Cangi

@GiacomoCangi

foto: twitter.com; biografieonline.it

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2 Risponde a Confronto Pd: il podio della serata

  1. avatar
    julian 30/11/2013 a 00:39

    Complimenti a questa analisi precisa e accurata , sono d’accordo anche con la classifica !

    Rispondi
  2. avatar
    Alessandro 30/11/2013 a 15:50

    Un articolo degno di questo nome. Analisi ineccepibile e critica finale al conduttore doverosa: troppo spesso i politici non fanno nessun accenno al fenomeno mafioso.

    Rispondi

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