
Cirinnà, l’attacco del governo alle libertà civili
Il disegno di legge Cirinnà cela un attacco diretto alle libertà civili in Italia; ma non è dove molti penserebbero

La senatrice Monica Cirinnà, relatrice del provvedimento per l’istituzione delle unioni civili in Italia (youtube.com)
ROMA - Il nuovo testo del disegno di legge Cirinnà emerso dalla Commissione giustizia di palazzo Madama è peggio di quel che sembra, eppure nessuno ha sottolineato i veri nodi della proposta. Mentre il dibattito si protrae su questioni ideologiche, spesso collaterali e consequenziali, si procede all’ennesima riduzione delle libertà civili in Italia, con un ulteriore attacco alla possibilità dei cittadini di scegliere della loro vita.
TITOLO II – Il vero nodo preoccupante è il Titolo II “Della disciplina della convivenza”. Se la sistematizzazione dei diritti fin qui riconosciuti dalle sentenze – garanzia di assistenza, paragonata a quella dei coniugi, e così via – l’Articolo 12 propone l’Obbligo di mantenimento o alimentare. In pratica, “In caso di cessazione della convivenza di fatto […] il convivente ha diritto di ricevere dall’altro quanto necessario per il suo mantenimento per un periodo determinato in proporzione alla durata della convivenza”. Come per il matrimonio.
E LA LIBERA SCELTA? – Ora, il legislatore avrà usato un suo criterio, ma dietro a questa iniziativa c’è la negazione di un cammino di libertà personale che dura da almeno un secolo e mezzo. Con questo articolo volano via decenni di lotta per non-sposarsi, ma vivere insieme. Coloro che, non credendo nell’istituto del matrimonio, hanno deciso di vivere insieme, privi di ogni altra forma contrattuale, si troveranno ora immersi in un vincolo automatico con onerose conseguenze, per il semplice fatto di condividere lo stesso tetto.
DIRITTI, NON LIMITAZIONI – Da un disegno di legge orientato a riconoscere diritti a nuove forme di associazione civile ci si aspetterebbe il rispetto di quelle scelte di libertà fin qui tutelate: imporre, invece, forti obblighi ai conviventi, quando questi hanno scelto per decenni espressamente questa formula per non dover incorrere in quegli obblighi, sa di truffa.
ADOZIONI, OMOSESSUALI, FAMIGLIA: E LIBERTÀ – Il dibattito prosegua pure sull’opportunità sociale di riconoscere diritti alle coppie conviventi, di creare l’istituto dell’unione civile, anche per coppie composte da persone del medesimo sesso, di adeguare la normativa sull’adozione e via dicendo. Ci sono state molte riflessioni valide e civili in questi giorni, attente a garantire che la scelta compiuta sia razionale e non “di pancia”, come spesso accade nella politica di questi anni; ci sono state anche posizioni incivili, razziste e discriminatorie, legate a forze settarie e prevaricatrici, sia tra i supporter del disegno di legge, sia tra i rumorosi oppositori.
Il nodo sul quale il Parlamento deve comunque esprimersi – per questione di civiltà – è la strutturazione di quei diritti oggi garantiti per sentenza e che chiedono – gridano – la sistematizzazione. Questo è il compito minimo: nel chiederlo, però, bisogna vigilare attentamente sull’inserimento di passaggi liberticidi, orientati a stravolgere l’esito di battaglie antiche che credevamo ormai scontate. Come insegna l’Articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, nulla è mai scontato con un governo liberista di destra.
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio