
Cina, il secondo figlio e la pericolosa questione demografica
Dietro i tentativi della Cina di abolire la politica del figlio unico si nasconde una sottovalutata, inaudita questione demografica
Pochi giorni fa la Cina rilasciava dati impressionanti sulle nuove nascite: nel 2014 oltre un milione di famiglie ha chiesto il permesso di avere un secondo figlio. È una conseguenza della fine della politica del figlio unico, che a seguito di innumerevoli ritocchi permette di “chiedere” un secondo figlio se uno dei due genitori è figlio unico. Nonostante l’ottimismo di facciata, questi dati sono molto al di sotto delle previsioni delle autorità cinesi. E mettono in luce un problema gravissimo che rischia di minare la crescita del Paese.
QUELLO CHE I DATI NON DICONO – Se da un lato è vero che le richieste hanno sfondato il milione, dall’altro le cifre non sono impressionanti se rapportate ad una popolazione di 1,35 miliardi di persone. E sono addirittura deludenti se confrontate con le aspettative del governo, che stimavano che le coppie richiedenti sarebbero state oltre due milioni sulle undici milioni aventi diritto nel 2014.
NIENTE PIU’ FIGLI – Detto in parole povere, i cinesi non fanno più figli a prescindere dai vincoli legali e burocratici. Il tasso di fecondità è sceso a 1,4 figli per donna. Del resto la vita dei cinesi è molto cambiata. Oggi in Cina ci si sposa tardi, i laureati sono spesso sotto-occupati, e il costo della vita, delle case e dell’istruzione nelle grandi città è alle stelle. Un sondaggio ha chiesto agli aventi diritto le ragioni per cui avrebbero rinunciato al secondo figlio. “Costi economici”, “Poco tempo a disposizione” e “Un figlio è abbastanza” sono state le risposte più diffuse, a conferma che il bassissimo tasso di fertilità delle donne cinesi non è più una questione di politica del figlio unico. E così la Cina si trova a dover trovare soluzioni, e alla svelta.
UNA BOMBA A OROLOGERIA – Le politiche per le nuove nascite sono un tentativo di arginare uno dei più imponenti problemi della nazione. La Cina si trova sull’orlo di una crisi demografica. Dal 1979 al 2013 la politica del figlio unico ha impedito duecento milioni di nascite e bloccato la crescita della popolazione – trenta milioni all’anno negli anni settanta – ma ha anche creato quella che oggi è una gigantesca piramide rovesciata.
UNA PIRAMIDE ROVESCIATA MAI VISTA PRIMA – La popolazione diventa sempre più vecchia e i giovani sono sempre di meno – i pensionati saranno trecento milioni nel 2025, mentre nel 2012 circa 13mila scuole elementari sono state chiuse per mancanza di studenti. Quindi la popolazione attiva è sempre più esigua, e non ci sono segnali di un’inversione di rotta. Il risultato? Una gigantesca piramide rovesciata tipica dei Paesi sviluppati, in cui una parte sempre più piccola della popolazione deve pagare il welfare per l’altra parte, crescente. Tuttavia, il caso cinese presenta un’importante differenza rispetto all’Occidente: In Usa, Giappone ed Europa le nascite sono diminuite al crescere della ricchezza e della qualità della vita, mentre in Cina la diminuzione è stata forzata. I vecchi cinesi sono poveri e dipendenti dal welfare, i giovani pochi e in balia di un’economia in mutamento. Le conseguenze sono imprevedibili.
DOVE SONO LE DONNE? – Un altro dato che riduce la probabilità di un’inversione di rotta è relativo alle donne. La politica del figlio unico ha condotto molte famiglie a preferire i maschi, creando un forte squilibrio tra i sessi. In Cina ci sono circa centoquindici uomini per ogni cento donne. Il numero di uomini che non possono trovare moglie e sempre più alto – e si prevede sfiori quota trenta milioni entro il 2020.
UN PROBLEMA DI POPOLAZIONE – Il risultato è un problema di popolazione di dimensioni colossali, proprio negli anni in cui l’economia cinese sta tentando di basarsi su un mercato interno più che sulla manodopera a basso costo per l’estero. Un problema per lo più ignorato da cittadini, autorità e organi di stampa cinesi e non. Da anni la Cina si sta arricchendo a ritmi senza precedenti nella storia, ma il rapido sviluppo ha causato gravi scompensi al Paese. Inquinamento, sviluppo urbano e cibo attraggono spesso i riflettori dei media occidentali. Ma la sfida più difficile per la Cina sembra essere proprio la silenziosa, decisiva questione demografica.
Alessio Perrone
@alessioperrone
Pingback: Cina, il secondo figlio e la pericolosa questione demografica | Alessio Perrone