
Cile: il settimo terremoto della storia
Toccati gli 8.8 gradi della scala Richter. 300 i morti e centinaia i feriti. Molte le testimonianze sui social network. Gli scienziati: «Fenomeno isolato»
di Nicola Gilardi
CILE – Dopo la tragedia di Haiti la terra torna a tremare in Cile. Questa volta il terremoto, avvenuto alle ore 3.34 locali (7.34 in Italia) è stato più potente ed ha toccato gli 8.8 della scala Richter. L’epicentro è stato a 115 chilometri a nord est della città di Conception, e a 350 dalla capitale Santiago, a 55 km sotto il livello del mare. Proprio l’acqua avrebbe attutito la potenza dell’evento riducendo così i danni, pur sempre ingenti.
Il rischio Tsunami si è concretizzato ed onde alte 2 metri si sono infrante lungo le coste cilene raggiungendo le città di Talcahuano, Valparaiso e Coquimbo, creando molti danni ai porti locali. Colpite leggermente anche le isole Hawaii e nelle prossime ore verranno raggiunte anche le coste del Giappone e della Russia, anche se si prevede che non porteranno danni.
La prima scossa è durata circa un minuto e mezzo, squassando gli edifici e interrompendo le linee elettriche e telefoniche. Nel giro di 11 ore si è, poi, verificato uno sciame sismico composto da 45 scosse, nessuna delle quali inferiore ai 5 gradi Richter. È di circa 300 persone la stima, approssimativa, dei morti e centinaia sarebbero i feriti.
Resta alta l’allerta in 53 Paesi vicini, fra i quali Giappone e Stati Uniti, mentre è stata evacuata l’isola di Pasqua. Molte le persone intrappolate tra le macerie. Sono 150 quelle bloccate in un edificio di 14 piani nel centro di Conception. Crollata anche la facoltà di chimica dell’università della città e cresce il pericolo di nubi tossiche a causa delle fiamme divampate in una fabbrica chimica.
Si tratta del settimo terremoto della storia. I soccorsi si sono messi subito all’opera nell’attività di recupero dei feriti e nella ricerca dei cadaveri. Repentine le dichiarazioni di supporto del presidente americano Barack Obama che ha dichiarato: «A nome del popolo americano Michelle ed io inviamo le nostre profonde condoglianze al popolo cileno. Gli Usa sono pronti ad assistere gli sforzi di soccorso e ricostruzione». Il presidente cileno Michelle Bachelet ha accolto l’invito degli Stati Uniti, ma ha dichiarato di non avere bisogno degli aiuti internazionali.
I racconti della devastazione hanno impazzato sui social network, permettendo di conoscere le testimonianze dei sopravvissuti. In moltissimi hanno raccontato le proprie impressioni su Twitter e sui blog. «Qui cade tutto», «i ponti sono crollati», «l’università è in fiamme» sono stati i messaggi pubblicati in rete.
Proprio attraverso Twitter è arrivato il messaggio del portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs che annuncia l’arrivo del presidente Obama nella Situation room per fare il punto sulla situazione cilena.
La giornalista Liz Caskey, inviata in Cile, ha raccontato dal suo blog: «Stavo dormendo quando la terra ha cominciato a tremare. Le finestre hanno cominciato a muoversi come mai avevo visto, l’intero edificio ha cominciato a oscillare, impossibile alzarsi in piedi».
Secondo gli scienziati si tratterebbe di un caso isolato e che non può essere ricollegato ad altri sismi. Il terremoto è stato causato dal continuo inabissarsi della placca di Nazca sotto quella sudamericana. Proprio questo scivolamento, in passato, ha consentito la nascita delle Ande e la formazione della catena dei vulcani. «Il fatto che il fenomeno si sia scatenato nelle profondità marine ha aiutato a attenuare la propagazione dell’energia» ha dichiarato il professor Carlo Lai dell’Università di Pavia.
Il Cile ha avuto molti casi di terremoto nella sua storia. Nel 1960 a Valdivia si è verificato il terremoto più potente della storia che ha raggiunto i 9.5 gradi della scala Richter. I sismologi riconoscono la forte probabilità del verificarsi di un evento simile in questa zona, ma le previsioni di tali eventi restano quasi impossibili.