
Cervello. Conscio e inconscio eseguono le stesse funzioni

I processi alla base della zona luce sono i medesimi di quelli della zona ombra. A rilevarlo un team di esperti (crescitainteriore.com)
Gerusalemme – Quanto è intelligente l’inconscio? Quanta parte di esso emerge nella zona logico-razionale della mente? La moderna psichiatria e neurologia da tempo tentano di dare delle risposte scientifiche alle domande con la ricerca di dati certi in grado di chiarire la qualità e il valore delle ‘zone d’ombra’ nell’agire quotidiano.
Un esperimento condotto da un team di ricercatori israeliani ha dato un primo risultato: l’inconscio influisce in modo molto più complesso sulla struttura conscia della mente di quanto si creda. A spiegarlo è Tom Stafford che ha seguito la ricerca in due fasi condotta dagli israeliani guidati da Ran Hassin, professore di Psicologia all’Università di Gerusalemme, e ne ha riferito su Bbc.com.
I PRESUPPOSTI – Il malinteso – continua Stafford – di partenza è piuttosto frequente: credere che l’inconscio entri in uso, per così dire, solo per azioni derivanti da stimoli-risposta elementari. Per capirsi: riconoscere oggetti e dare luogo ad azioni o movimenti derivanti dall’abitudine. Il cosiddetto ‘fatto senza pensare’ a cui si contrappone un pensiero consapevole e pianificatore. Sbagliato.
La natura dell’inconscio è complessa e si miscela con il pensiero emerso arricchendolo. Di cosa e come è ancora da capire, ma il lavoro dei ricercatori offre alcune intuizioni.
FASE 1, CONTINUOUS FLASH SUPPRESSION – L’esperimento condotto da Hassin e colleghi aveva un punto di partenza: inserire nella mente dei soggetti analizzati informazioni a loro insaputa. Il metodo è indolore: offrire a ciascun occhio una successione rapida di immagini composte da quadrati lampeggianti, attraverso degli occhiali luminosi. Lo strumento sfrutta le capacità del cervello di cogliere forme e colori per riorganizzarle e inserirle in una visione coerente del mondo, facendole osservare anche all’altro occhio. Il tutto – ed è questo ciò che più conta – senza che l’interessato esaminato se ne renda conto.
FASE 2, ARITMETICA - La seconda parte dell’esperimento ha richiesto qualche semplice domanda di matematica. I soggetti studiati sono stati messi davanti al calcolo 9-3-4= e a due possibili risultati: 1 (risposta sbagliata); 2 (risposta corretta), numeri che le cavie dovevano pronunciare a voce alta.
La sorpresa, riporta Hassin, è stato scoprire che in termini di secondi di esecuzione, la risposta corretta veniva pronunciata molto più rapidamente di quella errata, senza che i soggetti ne fossero consapevoli.
Questi risultati, secondo lo studioso, aprono una nuova pagina sull’analisi della mente perché è evidente che a lavorare in modo complesso non è solo la parte cosciente dell’apparato celebrale, ma anche l’inconscio il quale pare in grado di muoversi in sintonia con il conscio per permettergli di analizzare, osservare, riordinare, cercare le giuste soluzioni, in situazioni che richiedono l’uso della volontà.
Perciò, dice Hassin, «i processi inconsci possono eseguire ogni funzione fondamentale a livello base come i processi consci». Una dichiarazione che per l’ambiente scientifico interessato ha il valore di un terremoto, soprattutto perché – al momento – oltre l’enunciato non ci sono elementi per dimostrare altro.
Chantal Cresta
Foto || crescitainteriore.com