Cede anche la Grecia: parte la tassa di soggiorno per i turisti

grecia

È tradizionalmente considerata una delle mete europee più economiche; un fattore che, unito alle attrazioni paesaggistiche e al mare invidiabile, gioca un ruolo fondamentale nell’attrazione dei turisti. Eppure, qualcosa sta cambiando anche in Grecia, e non solo per la tassa di soggiorno che ha debuttato lo scorso primo gennaio.

Nuova tassa di soggiorno in Grecia

Come già avviene in tantissime località europee (e anche tante città italiane), anche lo Stato ellenico ha deciso di introdurre un’imposta a carico dei turisti, che servirà innanzitutto a rimpinguare le bisognose casse statali; valida al 100 per cento del territorio ellenico, è in vigore sia per le sistemazioni alberghiere che per gli appartamenti turistici, con tariffe differenti a seconda della tipologia, da pagare all’arrivo direttamente all’albergo.

Come funziona l’imposta

Anche lo schema applicato ricalca quello già in uso in altre destinazioni, ovvero quello che fa riferimento alle stelle: l’importo della tassa di soggiorno in Grecia varia da 0,5 a 4 euro per notte, in base alla categoria di appartenenza della struttura. In termini pratici, i viaggiatori che alloggiano presso hotel di una o due stelle dovranno pagare tassa di 50 centesimi a persona a notte, mentre per i tre stelle si sale a 1,5 euro, a 3 euro per i quattro stelle e al tetto di 4 euro per gli hotel di lusso.

Gli italiani e la Grecia

Quanti invece optano per gli appartamenti dovranno mettere in conto una spesa aggiuntiva di 50 centesimi al giorno, indipendente dalla categoria di appartenenza della struttura. Una soluzione, quest’ultima, che è probabilmente quella più diffusa in terra ellenica e che è una delle preferite dai nostri connazionali, che rappresentano una parte consistente dei turisti che trascorrono le vacanze in Grecia: secondo gli ultimi dati, su un totale di 30 milioni di arrivi internazionali gli italiani sono circa 1,5 milioni, e sono in costante aumento.

Le mete preferite

Ad attrarre i viaggiatori tricolore sono diversi fattori, come accennato, e i flussi italiani si caratterizzano per alcuni tratti: innanzitutto, gli arrivi si concentrano soprattutto nella stagione estiva, e in secondo luogo hanno come destinazioni le isole dello Ionio e dell’Egeo, a cominciare da Cefalonia, Santorini e Zante. Apprezzata è anche la capitale Atene, che però vive di un turismo da “city break” di durata inferiore, mentre ancora relativamente poco visitate sono altre zone: per questo, chi sta pensando all’organizzazione di una vacanza in quelle mete troverà utile la guida realizzata da siviaggia dedicata a dove andare a Creta e cosa fare in quella che è la principale isola della nazione, che abbina scorci naturalisti a un patrimonio archeologico di primo ordine.

Cosa cambia con l’imposta

Come dicevamo, la convenienza economica e i bassi costi della vita e degli alloggi erano alcuni dei fattori che spingevano a scegliere la Grecia, e pertanto la mossa del Governo ha spiazzato gli osservatori internazionali e provocato reazioni critiche anche sul fronte interno. In particolare, l’Associazione delle imprese turistiche greche ha sostenuto che l’estensione della tassa di soggiorno a tutto l’anno rischia di vanificare gli sforzi del Paese di diversificare la stagionalità del turismo, proponendo di limitarne l’applicazione solo nei mesi di luglio e agosto.

Primo effetto, calo del turismo?

Al momento non sembra che questa soluzione alternativa sia stata accolta, e gli indicatori turistici segnalano i primi problemi: nei primi mesi di quest’anno gli arrivi in Grecia sono scesi del 4,2 per cento e le spese effettuate dagli stranieri diminuite del 5,2 per cento.

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