
Cassa integrazione, è scontro tra Fornero e sindacati
Roma – Ennesima protesta dei tre principali sindacati italiani – Cgil, Cisl e Uil – davanti alla Camera dei Deputati per chiedere alle assemblee parlamentari e al governo uscente uno stanziamento chiaro per la cassa integrazione in deroga, sulla finanziabilità della quale è di nuovo scontro tra il mondo del lavoro e il ministro del Welfare, Elsa Fornero, che proprio quest’oggi incontrerà Camusso, Bonanni e Angeletti per «discutere l’andamento degli ammortizzatori sociali», come da comunicato del dicastero.
La Fornero, intervenuta ieri presso il Giornale radio di Radio 1, ha fatto intendere che il miliardo di euro stanziato per finanziare le sempre più numerose richieste di Cigd non «saranno sufficienti», e dunque si dovrà operare nuovamente per il reperimento dei fondi, operazione tuttavia estremamente difficile a causa del tetto del 3% nel rapporto Deficit/Pil, che rischia di essere sfondato dopo lo stanziamento di 40 miliardi per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione.
Anche per uno dei “saggi” nominati dal Quirinale – il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella – è tuttavia importante che l’esecutivo uscente, e quello che dovrà essere nominato, mettano al primo posto nell’agenda politica l’importanza delle politiche del lavoro. Pitruzzella ha infatti detto stamattina, intervenendo sempre ai programmi del Gr1: «Nel rapporto dei saggi abbiamo evidenziato che la priorità è mantenere la coesione sociale. Qualsiasi risorsa si riesca a trovare a bilancio va destinata al lavoro».
La cassa integrazione dei guadagni in deroga è uno strumento particolarmente complesso, che a fronte di una sospensione massima del rapporto lavorativo di 200 ore, permette al datore di lavoro di “scaricare” il rapporto economico relativo alle ore di lavoro sospese sull’Istituto nazionale della previdenza sociale, che di fatto integra i guadagni. Proprio l’imprenditore deve raggiungere prima un accordo con i sindacati, sospendere il lavoratore, e girare la richiesta all’Inps, che essendo un organismo statale si basa sul bilancio di Stato, bilancio che per i motivi suddetti ha margini di manovra estremamente limitati.
Una soluzione tuttavia potrebbe arrivare dalla rimodulazione dei capitoli generali di spesa, come lo stesso Pitruzzella ha voluto sottolineare: «Procedere e proseguire sulla spending review, sul terreno della lotta all’evasione e riprendere il confronto, il negoziato bilaterale con la Svizzera per un accordo di trasparenza ai fini della tassazione». Decisioni che potrebbero portare nelle casse di Roma molti miliardi, ma che devono essere approvate da un governo eletto, stabile e legittimato dalla maggioranza parlamentare. Tutte condizioni che, allo stato attuale delle cose, sembrano fin troppo lontane dal sorgere.
Stefano Maria Meconi
@_iStef91