A casa tutti bene: cast stellare e una famiglia che ha molto da dire

A casa tutti bene: il ritorno in Italia di Gabriele Muccino e la voglia di raccontare l’animo umano attraverso la famiglia

È una bella e consistente accoglienza quella riservata a Gabriele Muccino per questo suo ufficiale ritorno in patria, anzi, come piace dire a lui “una sorta di ritorno ad Itaca di un Ulisse un po’ più adulto, che a visto e vissuto tanto”.

In una sala gremita, partono i titoli di testa del suo nuovo film, A casa tutti bene, un progetto corale che poggia su un solidissimo cast stellare, al quale Muccino affida il compito di realizzare un affresco familiare, che riveste quindi il ruolo di “villaggio primordiale, contenitore di pathos, emotività e spasmo febbrile nella ricerca della felicità, luogo di partenza, fuga e ritorno.

Fermi questi obiettivi, Gabriele Muccino affida ad ognuno dei suoi attori uno stralcio diverso della società italiana, con l’intento di costruirne, tassello dopo tassello, carattere dopo carattere, una rappresentazione complessa e non necessariamente solo contemporanea, nell’intuizione che le dinamiche familiari raccontate possano considerarsi fondamentalmente senza tempo, quindi trasversali ad ogni epoca di riferimento. E la famiglia di Gabriele Muccino diventa lo specchio stesso dei tratti distintivi della società italiana.

 

Locandina

Locandina A casa tutti bene

LA TRAMA

A casa tutti bene è un film che racconta la reunion di una grande famiglia, in occasione del festeggiamento delle nozze d’oro di due capostipiti, Alba (Stefania Sandrelli) e Pietro (Ivano Marescotti). A raggiungerli sull’isola in cui abitano ci sono i tre figli: Carlo (Pierfrancesco Favino), Paolo (Stefano Accorsi) e Sara (Sabrina Impacciatore), insieme ai relativi parenti acquisiti, ovvero nuore, generi, nipoti, ma anche cognati e cugini di più lontana aderenza (tra i quali Carolina Crescentini, Clauda Gerini, Massimo Ghini, Giulia Michelini, Sandra Milo, Giampaolo Morelli, Valeria Solarino e Gianmarco Tognazzi).

Il pranzo che segue i festeggiamenti, un ben congegnato sistema di piani sequenza, è il ritratto fedele nel quale può riconoscersi gran parte delle famiglie nostrane: fatti di apparentemente innocenti richiami e racconti di vita; di ironia sarcastica e di giochi di ruolo, misurati secondo le attribuzioni che la compagine familiare ha riservato nel tempo ad ognuno dei suoi componenti; di confronto superficiale e bonario per rievocare le felici occasioni passate; del desiderio di condividere i ricordi migliori.

La situazione si complica quando, a causa del maltempo, restano tutti bloccati sull’isola, in attesa che i traghetti tornino a garantire i collegamenti con la terra ferma. La convivenza forzata farà esplodere le tensioni, le insicurezze, i rancori, le frustrazioni, le gelosie e l’infelicità che l’ipocrisia delle buone maniere era riuscita a custodire.

a casa tutti bene

una scena del film

LIMITE O FORZA?

Ci sono film che riescono a far si che il loro pubblico, uscendo dalla sala, conservi la sensazione di aver partecipato in qualche modo a quel che gli è stato raccontato; film che il giorno dopo la loro visione, riescono ancora a far provare la sensazione di appartenenza ad uno o all’altro dei loro personaggi. E non dipende dal tipo di emotività di fondo che hanno trasmesso, perché ci sono film che sanno coinvolgere moltissimo anche per la loro inquietudine, drammaticità, o addirittura, cattiveria. Ecco, il bel film solitamente è quello che, per infinite e variabilissime caratteristiche, riesce a lasciare qualcosa di sé al suo spettatore.

A casa tutti bene non ci riesce. È un film con straordinarie e manifeste potenzialità e al quale corrispondono forse troppe aspettative che, poco e male, riescono ad essere soddisfatte.

Capire cosa ci sia a non funzionare non è semplice: il cast merita una menzione di indubbio valore.  Tutti bravi, Tutti giusti. Alcune corde, più tese di altre. Tra tutte, colpisce più che favorevolmente un’insolita Claudia Gerini. Tra le perle più efficaci, anche le interpretazioni di Massimo Ghini e di Sandra Milo.

Bellissime le location e la scenografia, ancora una volta di Tonino Zera.

Belle le musiche originali, firmate Nicola Piovani.

Eppure il concerto degli elementi da qualche parte stona. E forse, la motivazione è da ricercare proprio nella storia; e in questa ottica, il giudizio sul film arriva a contemplare riflessioni sorprendenti. Gabriele Muccino è riuscito talmente bene a dipingere le consuete dinamiche familiari, nei loro tratti tipicamente universali, che allo spettatore non resta che la noia dell’obbligo di partecipare a quella reunion forzata.

In quest’ottica allora, quello che sembra il limite del film, ne diventa necessariamente il vanto.

 

Valentina Malgieri

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