Carcere inumano, detenuto risarcito con otto euro al giorno

Il Tribunale di Roma ha accolto il ricorso di un ex detenuto del carcere di Regina Coeli, condannando al risarcimento il Ministero della Giustizia

carceri

Storica decisione del Tribunale civile di Roma, che ha ammesso il ricorso di un ex detenuto per le condizioni inumane di reclusione (foto: federicodinca.it)

Se le prigioni, parafrasando Voltaire, sono lo strumento migliore per dipingere il grado di civiltà di una Nazione, bisogna ammettere che l’immagine data negli anni dall’Italia non è mai stata la migliore. Con strutture carenti e con condizioni igieniche decisamente contrarie alla norma, il nostro paese è stato più volte richiamato all’ordine dalle agenzie per i diritti umani. Tuttavia, qualcosa in futuro potrebbe cambiare, grazie alla decisione del giudice della seconda sezione civile del Tribunale di Roma, che ha riconosciuto come inumane le condizioni di detenzione denunciate da un ex recluso, condannando lo Stato al pagamento di otto euro per ogni giorno trascorso dall’uomo in quella situazione.

LE CONDIZIONI DENUNCIATE – L’ex detenuto, ora cinquantenne, ha raccontato una situazione paradossale, in una cella, all’interno del carcere romano di Regina Coeli, all’interno della quale vivevano quattro persone in meno di dodici metri quadri, in condizioni igieniche precarie, senza illuminazione naturale e senza il diritto ad un minimo di privacy neanche per andare in bagno. L’uso delle docce, inoltre, non veniva garantito tutti i giorni. Una situazione che non è migliorata all’interno del carcere di Rebibbia, all’interno del quale l’uomo ha scontato parte della pena, dove alle ridicole dimensioni della cella – 3,14 metri quadri per detenuto, al netto dei mobili in chiara violazione della normativa europea – si aggiungeva un tempo eccessivamente ristretto da vivere nello spazio esterno.

LA DECISIONE DEL TRIBUNALE – Il Tribunale ha così accolto il ricorso, presentato dall’uomo contro il Ministero della Giustizia, richiamando la violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che oltre la tortura vieta anche i trattamenti inumani e degradanti. In particolare, il giudice Antonella Dell’Orfano ha riconosciuto all’ex detenuto il diritto ad essere risarcito di una somma pari a 11mila euro, a fronte dei 378 giorni trascorsi nelle condizioni denunciate. «E’ un provvedimento rilevante – ha dichiarato Giuseppe Caparrucci, avvocato dell’uomo – che stabilisce una volta per tutte la possibilità per il detenuto che ha patito un trattamento disumano di rivolgersi direttamente al giudice civile per chiedere un risarcimento, cosi come stabilito dalla Corte dei Diritti dell’Uomo». Tutto sommato, un risarcimento pari a otto euro al giorno appare piuttosto irrisorio per chi ha vissuto in quelle condizioni, ma può senza dubbio dare il segnale necessario per portare al rispetto della dignità umana anche nei confronti di chi ha commesso degli errori.

Carlo Perigli

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