
Canone Rai, sentenza rivoluzionaria: da oggi si può non pagarlo
Roma – Da oggi c’è un modo per evitare di pagare il canone Rai: se fatta la disdetta e la Rai non ha risposto. In tal caso l’utente è libero di non pagarlo. La Commissione Tributaria del Lazio ha infatti dato ragione a un contribuente che si era opposto alle cartelle esattoriali inviate da Viale Mazzini, dopo non aver pagato il canone per diversi anni. La motivazione sta nel fatto che il contribuente aveva presentato denuncia di oscuramento delle reti, ma non ha ricevuto alcuna risposta da parte dell’ente.
IL DECRETO REGIO DEL 1938 – La vicenda è meno complessa di quello che si potrebbe immaginare: la normativa sul canone è infatti regolata da un decreto Regio del 1938 che assicura legittimità e esecutività dell’obbligo di pagamento del canone. Ma nel decreto di sono alcuni aspetti oscuri. L’articolo 1 del regio decreto del 21 febbraio 1938 stabilisce che «chiunque detenga uno o più apparecchi atti alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento»: dunque il canone è un’imposta (ovvero un pagamento dovuto per il mero possesso della tv) e non una tassa (che solitamente si paga per garantire un servizio).
LA POSSIBILITA’ DI DISDIRE – All’interno dello stesso decreto regio, inoltre, si fa riferimento anche alla possibilità di disdire il canone, secondo le tre condizioni previste dall’articolo 10, vale a dire la cessione, la non detenzione o la richiesta di suggellamento dell’apparecchio tv. Proprio in virtù dell’ultima condizione il contribuente ha fatto richiesta alla Rai di oscurare i suoi canali. Richiesta cui l’azienda non ha dato seguito, continuando invece a inviare le cartelle esattoriali per il mancato pagamento del canone.
IL PRECEDENTE – Un primo giudizio della Commissione tributaria provinciale ha dato torto al protagonista della vicenda, ma la Commissione tributaria del Lazio ha invece accolto il suo ricorso. La vicenda è ovviamente molto interessante perché costituisce un precedente legale. E non c’è dubbio che molti contribuenti seguiranno l’esempio del protagonista di questa vicenda, in attesa di una prossima e sospirata riforma, magari agevolata e accelerata proprio da questa recente vicenda.
Alberto Staiz