Cannes 2012: Hollywood alla conquista della Croisette

Il 65° Festival di Cannes sta per chiudere i battenti e, ciò nonostante, non è ancora tempo di abbandonarsi, con un certo sottil piacere, al toto Palma d’oro.

Molti sono stati fin qui gli spunti offerti dall’edizione 2012, ma volendo per un attimo esulare da considerazioni tecniche e giudizi più o meno perentori, da fatti scritti e riscritti, letti e riletti, l’invito è quello di puntare l’attenzione sulla dinamiche che stanno portando i protagonisti indiscussi dello star system americano a cercare vetrine sempre più “impegnate”, europee, evidentemente considerate più sfidanti.

Ultima in ordine di apparizione, Nicole Kidman che proprio ieri ha illuminato la Croisette, con uno sgargiante vestito color rosso arancio e un sorriso più che mai autentico, dopo la ufficializzata rinuncia al botox. Il film (in concorso) di cui è protagonista, intitolato Paperboy e diretto da Lee Daniels (già regista dell’acclamato Precious) è un thriller erotico, in cui la Kidman si presenta in versione “sex bomb”, con tanto di cortissimi abiti pop e seducente intimo anni ’60.  Il suo personaggio è quello di Charlotte, una donna misteriosa che mantiene una regolare corrispondenza con diversi detenuti finiti nel braccio della morte: fra questi Hillary Van Wetter (John Cusack) di cui lei vuole provare l’innocenza. Ad interessarsi al caso, arriveranno il giornalista Ward (Mattiew McConaughey) e il giovane fratello Jack (Zac Efron). Tanta morbosità, nessuna scena di nudo e un’accoglienza tiepida.

Ben più concitati clamori ha suscitato la pellicola On the Road di Walter Salles (I diari della motocicletta), adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Jack Kerouac. All’interno del cast, accanto a quello di Viggo Mortensen, brillano i nomi dell’algida Kirsten Dunst (premiata l’anno scorso a Cannes per la miglior interpretazione femminile nel film di Lars Von Trier Melancholia) e di Kristen Stewart, star della saga di Twlight e partner nella vita della co-star Robert Pattison. Quest’ultimo è il protagonista assoluto del nuovo film di David Cronenberg Cosmopolis, in cui interpreta Eric Packer, giovane ricchissimo e immorale che, nell’arco di 24 ore, attraversa Manhattan a bordo della sua limousine per recarsi dal barbiere: una giornata lunghissima che gli riserverà innumerevoli sorprese.

In ultimo, come non citare Brad Pitt, in concorso con il gangster movie Killing them softly di Andrew Domink, pellicola che ostenta un’America tutta “business, violenza e denaro”, in barba agli ideali di cui si fa portatrice. Un film che, in base a quanto dichiarato dall’attore, ha un’anima politica e una colonna sonora fatta dai notiziari tv che parlano di crisi. Ed è forse proprio questa crisi, di portata devastante, che ha spinto molti attori hollywoodiani verso quel realismo intimistico tutto europeo, mai nuovo, mai vecchio, che a Cannes, ogni anno, a maggio, compiacente, si autocelebra.

Daniela Dioguardi

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