Cannabis terapeutica, via libera della Puglia

Via libera anche in Puglia per l'uso terapeutico della cannabis: e si parla di coltivazione diretta

cannabis

Apertura pugliese nell’uso medicale della cannabis (discorsivo.it)nabis ter

Bari – Il Consiglio regionale della Puglia ha dato il via libera all’utilizzo terapeutico della cannabis: con questa notizia, la medicina italiana si avvicina anche in un altro territorio alle pratiche già consolidate all’estero. La decisione, nonostante la delicatezza del tema delle “droghe leggere”, è stata assunta all’unanimità, sancendo di fatto un ampio riconoscimento alla proposta della giunta Vendola.

UTILIZZO MEDICO – La cannabis è così sdoganata proprio nel tacco d’Italia: sarà utilizzata ovviamente solo in campo medico, sotto supervisione e dopo una regolare prescrizione. In particolare, il suo impiego potrà tornare utile nelle terapie del dolore: in questo campo, in effetti, la Puglia si è quasi limitata a recepire un decreto ministeriale del 2007, anche se in Italia non è cosa da tutti. Con la regione guidata da Nichi Vendola, infatti, sale nove il numero di quelle in cui è possibile usufruire di servizi analoghi: Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Veneto.
L’uso sarà sia ospedaliero, sia domiciliare, in base alle necessità del malato e della terapia.

COLTIVAZIONE – Un problema della cannabis è la coltivazione delle piante e, di conseguenza, la spesa per l’importazione; la coltivazione sul territorio di utilizzo, infatti, comporterebbe notevoli risparmi ma potrebbe anche causare problemi nella gestione di sostanze comunque vietate all’esterno del circuito ospedaliero. Il prossimo passo necessario della Puglia, su spinta dell’associazione leccese “Lapiantiamo”, potrebbe essere una richiesta ufficiale al Ministero della salute.

LIBERALIZZAZIONE – L’uso ospedaliero e medico della cannabis non è ovviamente una liberalizzazione delle droghe leggere ma è comunque una finestra attraverso la quale chi combatte questa battaglia cerca di ottenere altra visibilità.
Almeno su questo terreno, però, sembra che l’uso dei cannabinoidi sia un diritto acquisito, almeno per chi versa nelle condizioni mediche che lo costringono alla terapia del dolore: tuttavia non tutti gli enti pubblici riconoscono questa possibilità e di continuo si aprono nuovi fronti per l’accesso dei malati alla cannabis.

Andrea Bosio
@AndreaNickBosio

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