
Campo scuola parrocchiale: bambini percossi da catechisti e animatori
Sorrento: si svolgerà a gennaio il processo contro un prete e un catechista accusati di aver frustato quindici bambini durante un campo scuola in Abruzzo
SORRENTO (NAPOLI) – Con la chiusura delle scuole e i genitori che lavorano è una vera comodità poter portare i propri figli ai campi scuola organizzati dalle parrocchie attraverso gli oratori. Salvo poi diventare, questi campi scuola, un tormento per i bambini che li frequentano: quello che è successo ad un gruppo di quindici bambini campani, presi a frustate durante un campo scuola a Campo Felice, in Abruzzo, dal prete e da uno dei catechisti che li accompagnavano.
PRETE E CATECHISTA SOTTO PROCESSO – Il prete e il catechista sono sotto processo con l’accusa di non aver fermato i maltrattamenti il primo e di maltrattamenti e percosse il secondo. La vicenda, accaduta nell’estate 2012 ma di cui si è avuta notizia solo oggi, diffusa da «Il Mattino di Napoli», ha dell’incredibile: i quindici bambini che hanno partecipato al campo scuola estivo sono stati frustati ogni volta che hanno disobbedito ai due catechisti e agli animatori, sotto gli occhi del prete della loro parrocchia che non ha mai fermato gli animatori o i due catechisti né detto una parola per far cessare quella inaudita violenza. I bambini venivano percossi con una cintura da pantalone e costretti ad appoggiare le mani a pugno sui letti, per ricevere la loro punizione. Se protestavano o urlavano, venivano tacciati di essere delle «femminucce».

L’oratorio parrocchiale viene scelto da moltissime famiglie alla fine della scuola (www.parrocchiacandiolo.it)
Sono stati gli stessi bambini a raccontare – ai genitori prima e ai magistrati poi – i soprusi subiti dai catechisti e dagli animatori sotto gli occhi del prete. Ma i genitori si erano già accorti da soli che qualcosa non andava, quando avevano visto i segni delle frustate sulle schiene dei loro figli. Queste le parole di uno dei bambini: «Cominciavano a frustarci non appena ci svegliavamo. Usavano la cintura dei pantaloni oppure ci prendevano a pugni». Dalle altre testimonianze emergono dettagli crudeli, che si fa fatica a comprendere: i bambini hanno raccontato che gli animatori e i catechisti scherzavano chiedendo loro se preferivano venticinque pugni oppure dieci cinghiate o, ancora, se preferivano settanta cinghiate in una volta sola o divise.
LA DENUNCIA – Dopo le denunce dei genitori e le testimonianze dei bambini i magistrati hanno comunque ordinato il processo solo per il prete e per un catechista: niente processo invece per gli animatori che, all’epoca dei fatti, erano ancora minorenni. Il processo si terrà a gennaio e a Sorrento le polemiche sono infuocate: da una parte ci sono i genitori che dicono che «Ormai non possiamo fidarci più nemmeno della chiesa. Un tempo sacerdoti e catechisti erano un punto di riferimento sia per i ragazzi sia per le famiglie. Adesso non è più così». Dall’altra i genitori che dichiarano: «Bisogna aspettare la sentenza prima di sparare giudizi su persone che si sono sempre impegnate onestamente per i fedeli e soprattutto per i bambini di Sorrento».
Mariangela Campo
@MariCampo81