Calcio portoghese, La serie B parla cinese

Xi Jimping, Presidente della Repubblica Popolare Cinese (www.euractiv.com)

Xi Jimping, Presidente della Repubblica Popolare Cinese (www.euractiv.com)

La Cina è uno stato ambizioso e la prima economia mondiale nei fatti più che nell’immaginario collettivo. Il calcio è quello che più si avvicina per l’Europa al circo dell’antica Roma, usato per fare divertire un popolo affamato. L’ambizione cinese ed in particolare del suo presidentissimo Xi Jinping è quella di far diventare il suo Paese una riconosciuta potenza sportiva e soprattutto calcistica. In questa visione l’accordo ottenuto con la Segunda liga portoghese, l’equivalente della nostra serie B, rappresenta un’ulteriore traccia del cammino intrapreso, sul quale non pochi in Portogallo storcono il naso.

L’ACCORDO E LE CLAUSOLE -Il contratto proposto da Ledman, colosso dei televisori a Led è stato firmato dalla liga portoghese che presto cambierà nome e si chiamerà Ledman Proliga. L’accordo però non prevede una semplice sponsorizzazione come ha fatto Telecom in Italia o Barclays in Inghilterra perché chi tratta con imprese cinesi sta implicitamente trattando con la Repubblica Popolare Cinese. Se la volontà politica di Jinping è quella di promuovere il calcio in Cina e la Cina nel calcio, allora i portoghesi devono accogliere calciatori e allenatori cinesi nelle loro squadre.

LE PROTESTE - Lo strano accordo previsto obbligherebbe i dieci migliori team della seconda divisione portoghese ad assumere una decina di giocatori cinesi e ben tre allenatori, in qualità di assistenti. Insomma, viva la libertà ed il merito non è esattamente lo slogan che rappresenta l’accordo. Di stucco è rimasta l’associazione calciatori lusitana che per bocca del suo numero uno, Joaquim Evangelista, ha dichiarato «Non capiamo perché la lega stia obbligando le squadre a prendere giocatori».  Rispondendo alle polemiche, il Presidente di lega Jose Godinho ha dichiarato che si tratta di un’opzione poco altro.

I SOLDI NON BASTANO - Ma quanto capitale servirà alla Cina per imporsi nel più popolare divertimento Europeo? Fino ad ora il Guangzhou di Zaccheroni e il propositivo Jiangsu che ha appena comprato Fredy Guarin dall’Inter stanno facendo la loro parte così come i vari colossi e ovviamente lo stato cinese che vuole nel medio periodo raggiungere la forza per ospitare la Coppa del mondo. Affermarsi nel calcio non è facile, lo sanno bene altri Paesi: gli Emirati, che attraverso fondi privati non esclusi da ombre oggi finanziano mezza lega inglese o le tre grandi spagnole, gli Stati Uniti e adesso la Cina. La battaglia continua a suon di miliardi, ma il Paese del Dragone è ben determinato e ha un mercato da un miliardo e mezzo di persone a sostenerlo.

 

 

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