
Bridgestone-Bari: quando la politica fa la sua parte
Aggiunto da Domenico Pellitteri il 02/10/2013.
Tags della Galleria Economia, Primo piano
Tags: bari, Bridgestone, Governo, sviluppo economico
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Bari - Si potrebbe dire finalmente. Questa è la parola giusta per una delle poche vicende italiane a lieto fine che si possa raccontare in questo periodo. La Bridgestone resta a Bari, la minaccia di una fuga della casa costruttrice di pneumatici giapponese è stata eliminata. In un periodo come quello attuale nel quale la politica appare sempre più immobile e la crisi non sembra avere fine, ecco che arriva dalla Puglia la notizia che non ti aspetti. Le istituzioni nazionali e regionali, i sindacati e i lavoratori uniti per far restare un investitore straniero che da anni sul territorio da lavoro a 950 dipendenti.
Facciamo adesso un passo indietro per ricostruire la vicenda.
Il 4 marzo 2013 la Bridgestone annuncia con un comunicato tramite il suo sito ufficiale la dismissione dello stabilimento pugliese di Modugno entro la prima metà del 2014. La notizia fa subito il giro dei media e scatena le reazioni di protesta mista a terrore dei lavoratori pugliesi. L’azienda nipponica giustifica la fuga con uno studio di mercato secondo il quale la produzione pugliese è da eliminare a causa della contrazione della domanda di pneumatici dovuta alla crisi del mercato dell’auto. La logistica, i costi energetici e la produzione di pneumatici “generici” sono le principali pecche dello stabilimento pugliese. I lavoratori e i sindacati non ci stanno e rivendicano la grande produttività della fabbrica, una delle prime a livello europeo.
Si mobilitano tutti. Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, si dice pronto ad occupare la fabbrica con i lavoratori e incita il governo verso una convocazione del board dal paese del sol levante.
L’Italia si prepara ad elezioni e il governo Monti può far ben poco. Il nuovo governo Letta si ritrova quindi la patata bollente e ripartono le trattative. Il ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato, coadiuvato dall’assessore al lavoro pugliese Leo Caroli e dal sindaco Emiliano inizia a tessere il filo per cercare una soluzione che in quel momento sembra disperata.
La soluzione arriva dunque in questi giorni dopo sei mesi di duro lavoro, la Bridgestone a Bari è salva. L’azienda giapponese non andrà via, piuttosto investirà 31 milioni di euro e le istituzioni con l’aiuto di Invitalia sosterranno l’investimento totale per il 40%, comprendendo dei corsi di formazione specifici banditi dalla Regione Puglia. La Bridgestone diminuirà la forza lavoro di 377 unità attraverso degli incentivi come il versamento di 60 mensilità e la concessione della mobilità. I livelli occupazionali vengono quindi garantiti e la produzione si rinnova.
La soddisfazione è evidente dalle reazioni di tutti, dai lavoratori ai politici che per una volta hanno agito per gli interessi della comunità e non della solita casta autoreferenziale.
Domenico Pellitteri
Foto // www.dabitonto.com, go-bari.it, panorama.it