
Boston e Los Angeles vogliono chiudere i giochi
Finali di conference in NBA, Celtics e Lakers sono 3-2 nella serie. Orlando e Phoenix a un passo dall’eliminazione
di Federico Bertolotti
Fino ad una settimana fa sembrava già tutto scritto: Boston aveva in mano la serie contro Orlando dopo 3 vittorie nelle prime tre gare (le prime due in Casa dei Magic) e i Lakers “scherzando” le prime due partite avevano manifestato una superiorità imbarazzante ai danni dei Suns.
Ora è tutto cambiato, i Magic si sono risvegliati dal letargo delle prime 3 gare e hanno risposto colpo su colpo all’aggressività dei biancoverdi che aveva spiazzato la squadra di Van Gundy, reduce da 2 serie vinte 4-0 (contro Charlotte e Atlanta) in maniera troppo facile e che forse aveva impegnato mentalmente poco Howard e compagni.
I Suns invece, con qualche aggiustamento tecnico (molta più zona) e con una panchina finalmente presente, hanno rimesso in piedi una serie dopo le prime due partite nelle quali a turno Bryant, Gasol e Odom sembravano un rompicapo di difficile soluzione.
Proprio questa notte si è giocato allo Staples Center di Los Angeles, gara 5. A decidere è stato Ron Artest, arrivato in estate da Houston, che a 2 decimi dalla fine raccoglie un tiro corto di Kobe e segna per il 103-101 di fine gara.
La chiave del risveglio dei Suns (da 2-0 a 2-2 nella serie) era stata la panchina, buona prova in gara 3 e superba in gara 4, ma le riserve di Coach Gentry nel primo tempo di gara 5 confezionano appena 2 punti ed è il solo Nash (29+11 assist) a riuscire a tenere a galla i suoi ricucendo dal -17 al -8 di fine primo tempo.
Il terzo periodo è ancora all’insegna del duo Bryant (30) Gasol (21) che oltre al solito strabordante talento offensivo, alzano anche un muro difensivo, coadiuvati da un Artest che fa dell’aggressività difensiva il suo pane, e fanno di nuovo scappare i campioni in carica a + 18. Questa volta è la panchina dei Suns a fare la differenza e con un Frye (14) di nuovo brillante la partita torna in equilibrio sul 90-85 a 5 minuti dal termine. Si continua punto a punto e, a 3 secondi dalla fine, Richardson firma il pari sul 101 al termine di un’azione concitata segnata da 2 rimbalzi in attacco dei Suns. Time out per Phil Jackson e rimessa disegnata per Kobe Bryant che tira, va corto; sulla palla si fionda Artest che segna quando sulla sirena ci sono ancora 2 decimi e chiude la partita.
La serie ritorna ancora in Arizona per gara 6 dove Bryant e compagni hanno avuto molte difficoltà. Ma i campioni 2009 sanno che, ancorché in caso di sconfitta gara 7 si giocherebbe a Los Angeles, i Suns con la loro struttura di gioco e i micidiali tiratori da 3 sempre innescati dall’imprevedibile Nash, sono una compagine in grado di piazzarti 130 punti in una gara e questo in un elimination game può risultare fatale.
A Est la situazione è molto simile: Boston reduce dalla serie vinta contro Cleveland, super favorita all’inizio come finalista per l’Est, nelle prime tre partite della serie (2 a Orlando e la terza in casa) ha letteralmente ridicolizzato i Magic. La difesa asfissiante della squadra di coach Rivers sembra essere tornata quella straordinaria del 2008 (Garnett soprattutto) e in tre gare concede una media di 83 punti agli avversari e in attacco a turno Pierce, Allen, Garnett e soprattutto Rondo, autore di play-off meravigliosi e ufficialmente uno dei Big 4 dei Celtics, segnano la serie e vanno sul 3-0.
Poi Howard, Carter, Lewis e un grande Jameer Nelson (23+9 assist in gara 4 e 24+5 in gara 5), messi con le spalle al muro, ritrovano compattezza e fluidità nella fase offensiva, le triple arrivano con continuità e nei momenti decisivi e Orlando rimette in piedi una serie che vedrà impegnate le due compagini stanotte al TD Banknorth Garden.
Chiaramente la pressione sarà tutta sui Celtics che non possono perdere l’occasione di chiudere la serie in casa visto che l’eventuale gara 7 si disputerebbe in Florida. Inoltre Garnett e compagni non vorranno di certo passare alla storia come la prima squadra che si fa rimontare una serie con un vantaggio di 3-0.