
Bimbi vegan dalla nascita: due mamme raccontano la loro esperienza
In Italia si sta diffondendo un nuovo fenomeno non solo di costume, ma anche di stile di vita. Sempre più mamme svezzano i propri figli con un’alimentazione vegan, senza cioè l’ausilio di derivati animali. La motivazione principale risiede in principi etici: garantire il benessere per la nascita e crescita dei propri figli senza sacrificare quella di nostri simili. Una scelta che rientra oramai nella normalità di molte famiglie, che tuttavia è al centro di un dibattito nazionale; una pratica che richiede un maggiore impegno da parte dei genitori, nella ricerca degli alimenti necessari e nella ricerca di medici e professionisti che accolgano tale presa di posizione. Claudia, poco più che trentenne, di Busto Arsizio (Mi) con una figlia di due anni (Maria) vegan dalla nascita, spiega: «Alcuni anni fa sono diventata vegetariana per una questione etica; con l’avvento dei social media, ho potuto conoscere la filosofia vegana, sposando la causa. Sono mamma e sono felice che mia figlia si nutra di vita».
IN ITALIA SEMPRE PIÙ VEGAN - Negli ultimi dieci anni la popolazione che ha deciso di non mangiare più animali o derivati è aumentata notevolmente. Secondo il Rapporto Eurispes 2011 vegetariani e vegani in Italia sono il 6,7% di cui lo 0,4% non consuma nessun tipo di cibo di derivazione animale. A preferire uno stile alimentare vegetariano o vegano sono in prevalenza le donne.
CONOSCERE PER SCEGLIERE - Per Claudia non ci sono dubbi è normale: «Come madre auguro il meglio per tutti i bambini, di qualunque colore, razza o specie. Come posso utilizzare prodotti che derivano dalla tortura o dalla morte violenta? Non è stato semplice infatti ho consultato diversi siti internet come infolatte.it, laverabestia.org e agireora.org con i quali ho potuto affinare le mie conoscenze e decidere con una consapevolezza sempre maggiore».
AMARE GLI ANIMALI A 360° - L’informazione e la ricerca sono la base per poter affrontare una scelta tanto significativa quanto discussa. Ne è convinta anche Rossella di Bari, mamma di tre figli poco più che quarantenne che da quasi due mesi ha dato alla luce Maya Shanti. «Ho iniziato la mia esperienza di vegetariana oltre 20 anni fa e da circa sei anni sono diventata vegan. I miei primi due figli li ho avuti in un matrimonio poi terminato. Il più grande Danilo ha 14 anni, vegetariano da quattro, il secondo Valerio per adesso preferisce mangiare di tutto. Con il mio attuale compagno invece abbiamo deciso di svezzare senza derivati animali la nostra figlia”. Prosegue Rossella: “Quando diciamo di amare gli animali lo intendiamo a 360°, insegnare ai miei figli che il rispetto verso gli altri parte dal piatto e dal non usare pelli è una scelta gioiosa e soddisfacente seppur talvolta piena di difficoltà».
L’ESPERIENZA DIRETTA DI DUE MAMME VEGAN - Nella quotidianità per molti risulta ancora difficile riuscire a vivere senza la fettina di carne o la mozzarella sulla pizza. Pensare di impostare la propria vita e quella dei propri figli senza una larga scala di prodotti di consumo, o di medicinali che siano stati testati sugli animali è ancora meno immaginabile. Per questo abbiamo intervistato Claudia e Rossella chiedendo loro di rispondere ad alcune domande:
Com’è l’equilibrio famigliare in casa?
Claudia: Mio marito quando sono diventata vegetariana non mi ha seguito e non è stato un dramma. Ho cucinato doppio per mesi. Un bel giorno dopo aver consultato materiale cartaceo e visivo, mi ha chiesto di fare il salto e di volerci provare. Ad oggi è vegetariano, ma in casa si mangia vegan. Per la gravidanza abbiamo deciso, che in ogni caso, la bimba non avrebbe ingerito sostanze di derivazione animale.
Rossella: Sia io che il mio compagno siamo vegan e la nostra scelta deriva dalla consapevolezza che non si può vivere in un sistema basato sullo sfruttamento del prossimo. Non si tratta di giocare con la vita degli altri al contrario di offrire un’opportunità ad un figlio di vivere in maniera più sana ed equilibrata. Siamo felici di come crescerà Maya Shanti, quando arriverà il momento di svezzarla non avremo dubbi sul come.
Stai incontrando difficoltà con pediatri o di salute?
Claudia: Durante la gravidanza ho consultato diversi pediatri, e la mia scelta è ricaduta su una dolce dott.ssa che non ci appoggia e non ci ostacola, ma con gentilezza chiede sempre se abbiamo bisogno di qualcosa. La pediatra sa che Maria è seguita anche da un omeopata vegan, ed in qualche modo abbiamo trovato il nostro equilibrio. Siamo dei pazienti speciali, perché oltre ad essere vegan abbiamo rifiutato le vaccinazioni, ma siamo speciali soprattutto perché ci ammaliamo veramente poco. Per quanto riguarda la mensa scolastica, abbiamo fatto da pionieri nella nostra città ma non abbiamo incontrato nessuna difficoltà irrisolvibile. Per coloro abbiano bisogno di maggiori informazioni sull’argomento possono cercare su Fb: Bimbi Vegani: problema mensa.
Rossella: In Italia ci sono molti pediatri di fama nazionale che scelgono di seguire bambini con alimentazione vegana purtroppo non a Bari o in Puglia. I miei figli hanno il minor numero di assenze da scuola a causa di malattie… questo potrebbe essere un bel monito. Attualmente sono ancora alla ricerca di un pediatra o di una pediatra che ci assista, con professionalità.
Come pensi che tuo figlio/a si troverà in una società fortemente antropocentrica e con una dieta onnivora?
Claudia: Credo che la società stia cambiando, nomi come Franco Berrino e Umberto Veronesi cominciano a schierarsi pubblicamente per una dieta a base vegetale, e questo è un grosso passo avanti verso una diminuzione del consumo di prodotti animali a scopo salutistico, quindi credo che il tempo in cui mia figlia crescerà sarà sicuramente migliore del passato. Inoltre, con le mamme della zona ci organizziamo perché i nostri figli frequentino gli stessi istituti scolastici così potranno sentirsi meno soli. Quando ero piccola io nessuno metteva in dubbio le pubblicità, adesso noto che sempre più famiglie hanno capito che è ora di spegnere la tv e accendere il forno per fare una bella torta con i propri figli.
Che cosa dirai a tua figlia quando crescerà e vedrà la differenza?
Rossella: Non posso essere sicura che anche lei vorrà seguire le mie scelte. E non credo che ci sarà la necessità di dover spiegare molto, giorno dopo giorno, vivendo e crescendo potrà acquisire le informazioni, e vivere le abitudini non solo alimentari. Vivendo dall’inizio la nostra scelta, la sentirà come normalità. Ci sono culture e tradizioni diverse fonti di ricchezza e di scambio. I valori in cui crediamo ci fanno vivere meglio e penso che siano positivi anche per la natura e gli animali.
Cosa dici a tua figlia per spiegare che non può mangiare alcuni alimenti?
Claudia: Al momento mia figlia ha solo due anni quindi per ora lavoriamo in maniera duplice, mi spiego: quando ci troviamo nell’emergenza, ad esempio se altri stanno mangiando patatine al formaggio e lei le vorrebbe, proponiamo immediatamente un’altra possibilità dicendo che quella è piccante, così risolviamo il problema. Cerchiamo di accrescere in lei l’empatia verso gli animali, lasciando che costruisca un rapporto di rispetto con il nostro cane e i nostri gatti, leggendo assieme libretti sugli animali (anche libretti impegnati come “Indovina chi c’è nel piatto” ed. Sonda), e raccontando sempre storie della buonanotte popolate di mucche e vitelli liberi nel prato.
Anche Rossella e Claudia consigliano il sito internet della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana scienzavegetariana.it per consultare esperti e medici competenti che possano rispondere ad ogni tipo di domanda e curiosità riguardo l’argomento.
Marco Di Cosmo
Eticamente: e stato dimostrato scientificamente c’è le piante soffrono quando le tagli. Che si fa?! Niente verdura! Forse mangiare le cose che da sole cadono dall’albero per etica!!
Non si tratta solo di etica ma anche da quanto male fanno le proteine animali.
Eticamente: si accettano consigli e rimostranze etiche da chi ha dimostrato almeno un po’ di avere un atteggiamento etico.. almeno verso chi, è dimostrato, soffre con stimoli di dolore e paura, gli esseri senzienti. Se si arriva al passo di diventare almeno vegan, poi si accettano le critiche sulla possibilità di diventare fruttariani. Ma criticare provocando con il tema delle piante denota la immobilità morale di chi non vuole muovere un dito per cambiare. E’ solo una giustificazione: se incontri un bambino dolorante a terra lo soccorri oppure sostieni che non potendo soccorrere tutti i morenti del mondo, sei legittimato a non soccorrerlo?